venerdì 15 novembre 2013

Dal sito: http://www.ortodoxia.it


                    IL SANTO NATALE                     Catechismo 


Oggi la Vergine partorisce il Creatore dell’universo. L’Eden offre la grotta, e la stella indica il Cristo, sole per quanti sono nelle tenebre. I magi hanno adorato con doni, illuminati dalla fede. I pastori hanno visto il prodigio,mentre gli angeli inneggiano e dicono: Gloria a Dio nel più alto dei cieli.
Attraverso gli occhi della nostra anima, guardiamo in alto al cielo e seguiamo la stella dei saggi magi in un viaggio a Betlemme.
La festa della Natività nella carne del nostro Signore Gesù Cristo, il Natale, è una delle più grandi festività del cristianesimo. Appartiene alle feste in onore del Signore – chiamate Despotichè-, cioè che si riferiscono alla vita del Signore Gesù Cristo. Insieme con la Pasqua è la più grande festa della Chiesa ortodossa. In questo giorno si celebra l'incarnazione del Verbo di Dio, la discesa della Seconda Persona della Trinità nel mondo. Dio si fa uomo per dar la possibilità all’uomo di diventare dio per grazia. Dio scende dal cielo sulla terra per far salire l'uomo dalla terra al cielo. Cristo è venuto tra noi per salvare la razza umana, per ripristinare i ponti, distrutti, di comunicazione con Dio, per restaurare l'uomo alla sua vera gloria, per rivelare agli uomini la volontà di Dio.
Il Creatore, vedendo perdersi l’uomo che con le sue mani aveva fatto, piegati i cieli, discende, e ne assume tutta la sostanza dalla divina Vergine pura,  prendendo veramente carne. Colui che, fatto a immagine di Dio, era perito per la trasgressione, divenendo del tutto preda della corruzione, decaduto dalle altezze della vita divina, il sapiente Artefice di nuovo lo plasma. Cristo si è umiliato profondamente per elevarci, è nato nel tempo perché noi superassimo il tempo, ha preso la natura umana per deificarla. Per questo celebriamo, festeggiamo e gioiamo.
Nei primi secoli la Natività e il Battesimo di Cristo erano festeggiati lo stesso giorno, il 6 di gennaio, con il nome comune “Epifania”. Dalla metà del quarto secolo si è affermato il Natale come festa separata, il 25 dicembre, e il 6 gennaio viene festeggiato il Battesimo del Signore. Parallelamente si è formato anche un periodo di festività dodici giorni (dal 25 dicembre al 6 gennaio), dal giorno di Natale fino al giorno dell'Epifania, che comprende anche la festa della Circoncisione di Cristo e la memoria di Basilio il Grande (primo gennaio).

PREPARAZIONE
L'importanza della celebrazione del Natale e la devozione dei cristiani, anche sotto l'influenza della Quaresima di Pasqua, ha portato alla costituzione di un periodo preparatorio in cui i fedeli si preparano spiritualmente a incamminarsi verso la grotta di Betlemme. Questo periodo di preparazione dura 40 giorni, è chiamato Quaresima di Natale e inizia ogni anno il 15 novembre.
Gli inni di culto ci ricordano che entriamo in questo tempo santo e spiritualmente abbiamo iniziato il cammino verso la Betlemme intellettiva, cioè la Chiesa, dove Cristo è nato per rigenerare ogni uomo che crede sinceramente in Lui come suo Salvatore. A partire dal 21 novembre (Festa della Presentazione di Maria al Tempio) si cantano le “Katavasie” di Natale, la prima Ode recita: “Cristo nasce, rendete gloria; Cristo scende dai cieli, anda­tegli incontro; Cristo è sulla terra, elevatevi. Cantate al Signore da tutta la terra, e con letizia cele­bra­telo, o popoli,  perché si è glorificato.” Dal 26 novembre (che è il giorno della Festa della Theotokos) si canta il Kontakion prefestivo “Oggi la Vergine viene nella grotta per partorire ineffabilmente il Verbo che è prima dei secoli.  Danza, terra tutta, che sei stata resa capace di udire questo; glorifica con gli angeli e i pastori il Dio che è prima dei secoli, che ha voluto mostrarsi come bimbo appena nato”.
DIGIUNO
Ha la durata di 40 giorni, cioè dal 15 novembre fino a Natale. Questo digiuno da alcuni è chiamato “digiuno di San Filippo", perché comincia il giorno in cui la Chiesa ricorda il santo e apostolo Filippo.
Tutti questi giorni non si mangia la carne, i latticini e le uova ma possiamo consumare il pesce, al di fuori del Mercoledì e del Venerdì. I pesci si consumano fino al 17 dicembre (secondo il libro ufficiale dei "dittici" della Chiesa di Grecia, e riferendosi al "timone" della Chiesa). Il pesce è consumato anche durante la festa della Presentazione di Maria al Tempio (21 novembre), anche se la festa cade di Mercoledì o di Venerdì.
Attenzione: la vigilia di Natale è un giorno di digiuno stretto e ogni buon cristiano si prepara per il giorno della Natività di Cristo e soprattutto per la Divina Liturgia, che sarà celebrata solennemente. Pertanto, la notte prima è dedicata alla preparazione spirituale, all’edificazione per il grande evento del giorno successivo.

DIGIUNO DAL CIBO E DALLE PASSIONI
Dobbiamo avere in mente che per la nostra chiesa il vero digiuno non è solo l'astensione dal cibo, ma anche l’astensione dalle passioni -i vizi- e dai peccati. Dice a questo proposito Fozio il Grande: "Il digiuno accettato da Dio è quello che all'astensione dal cibo unisce l'avversione per il vaniloquio, l’invidia, l’odio e altri peccati. Colui che digiuna dal cibo ma è dominato dalle passioni assomiglia a colui che ha messo fondamenta splendenti nella casa che ha costruito ma lascia che con lui vivano serpenti, scorpioni e ogni velenoso rettile ".
Quindi il nostro obiettivo durante questo periodo è il digiuno spirituale, cioè evitare il peccato e seguire la volontà di Dio, l’amore, il perdono, la carità cercando di crescere in virtù. In questo modo possiamo capire meglio e realizzare la parola di Basilio "Il vero digiuno è l'alienazione da ogni male, ogni peccato, ogni pensiero maligno, ogni desiderio sporco".

PENTIMENTO
Al digiuno e alla preparazione per il Natale è legato anche il pentimento. L'esame onesto di noi stessi, il riconoscimento dei nostri torti e la nostra partecipazione al santo sacramento della Confessione sono necessari per una partecipazione veramente degna nella liturgia di Natale. È sempre meglio presentasi preparati al santo sacramento in tempo utile e non all'ultimo minuto.
Questo periodo di preparazione ci dà una buona occasione per capire la miseria che si nasconde nelle profondità del nostro "essere", ottenere comportamento umile, trasformarsi mentalmente, pentirsi sinceramente e osare il grande incontro con il Signore neonato a Betlemme.

IL CULTO
In un periodo di preparazione spirituale e di attesa, come i quaranta giorni prima di Natale, gioca un ruolo essenziale la preghiera dei credenti e la nostra partecipazione al culto della Chiesa. In questi giorni abbiamo molte giornate di celebrazione e commemorazioni di santi che ci avvicinano alla grazia di Dio, con i Vespri e la Divina Liturgia.
Inoltre, è ormai consuetudine in molte chiese la celebrazione della Santa Liturgia ogni giorno in questi giorni, come un'ulteriore opportunità per tenere senza posa il nostro spirito in comunione e unione con Dio. Veramente un'occasione unica durante l’anno che traina ogni credente in rinnovamento spirituale, impegno e santità.
Davanti a noi la strada per Betlemme. "Venite a vedere credenti dove è nato Cristo", canta la Chiesa. Seguiamo i consigli della nostra Chiesa madre, prepariamoci adeguatamente per essere degni  di prostrarci davanti “all'Antico dei giorni” che si è fatto bimbo per noi, a colui che risiede in un alto trono celeste messo nella mangiatoia, a colui che ha rotto le catene del peccato ora avvolto con fasce, per sua volontà.
Venite, esultiamo per il Signore,  esponendo questo mistero.Il muro di separazione che era frammezzo è abbattuto;  la spada di fuoco si volge indietro  e i cherubini si ritirano  dall’albero della vita:  e anch’io godo del paradiso di delizia,  da cui ero stato scacciato per la disub­bidienza.  Poiché la perfetta immagine del Padre, l’impronta della sua eternità,  prende forma di servo, procedendo da Madre ignara di nozze, senza subire mutamento: ciò che era è rimasto:Dio vero;  e ciò che non era ha assunto,  divenendo uomo per amore degli uomini.  A lui acclamiamo:  O Dio che sei nato dalla Vergine, abbi misericordia di noi.

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