martedì 10 settembre 2013

Dal sito: http://fosilaron.tumblr.com/

Cosa deve fare un cristiano ortodosso quando non c’è una chiesa vicina?





*Il seguente articolo è una traduzione e un adattamento di un articolo di Padre John Witherford.



Cosa deve fare un cristiano ortodosso quando non c’è una chiesa vicina? Questa è una domanda frequente che si pongono gli ortodossi che vivono in occidente o in contesti di minoranza. Ogni tanto qualcuno avanza l’ipotesi che in assenza o nell’impossibilità di partecipare alla Divina Liturgia ci si può legittimamente recare in una chiesa di un’altra denominazione cristiana per assistere alla liturgia o al culto. I santi canoni della Chiesa sono molto chiari in questo caso e proibiscono
di frequentare altri edifici di culto per pregare con cristiani non ortodossi o scismatici.
Il Canone LXV degli Apostoli dice: "Se alcuni sacerdoti o laici, entrano in una sinagoga degli ebrei, o degli eretici, a pregare, che siano deposti e scomunicato".
Ancora il Canone IX di Laodicea dice: “Ai membri della Chiesa non è consentito incontrarsi nei cimiteri, né frequentare i cosiddetti martyries degli eretici, per la preghiera o il culto. Se ciò si verifica essi devono essere scomunicati per un certo tempo. Solo se essi si pentono e riconoscono il loro errore possono essere accolti nuovamente”.
Infine il Canone XXXIII di Laodicea: "Non bisogna unirsi in preghiera con gli eretici o gli scismatici".
Questi canoni hanno autorità ecumenica, essendo stati approvati dal sesto e dal settimo Concilio Ecumenico.
Cattolici e Protestanti sono spesso ottime persone, accoglienti ed ospitali; alcuni animati da sincero affetto ci invitano alle loro liturgie. Questo accade perché spesso sia cattolici che protestanti ignorano gran parte delle nostre regole e sono convinti che non ci siano differenze sostanziali tra la loro e la nostra confessione di fede.
E’ bene quindi declinare cortesemente l’invito e se è possibile spiegare le nostre ragioni.
Non è consentito nemmeno partecipare alle liturgie dei cosiddetti “cattolici di rito bizantino”. Anche se esteriormente tutto sembra uguale (paramenti, lingua, rito) in realtà essi non sono in comunione con la Chiesa ortodossa.
Il medesimo discorso vale per i luoghi di culto di ortodossi scismatici e non canonici. Per ogni dubbio però è bene rivolgersi ad un prete.
A tal proposito bisogna ricordare la vicenda della santa neo martire russa Lidia. Ella visse durante il periodo della cosiddetta “Chiesa vivente”, uno scisma modernista orchestrato dai bolscevichi, che divenne in Russia l’unica chiesa “ufficiale” riconosciuta dal governo sovietico. Il padre di santa Lidia si unì alla Chiesa vivente, non per convinzione, ma per paura delle persecuzioni. Santa Lidia invece preferì non frequentare le funzioni della “Chiesa vivente” e così, non potendo assistere con regolarità alle liturgie clandestine della Chiesa ortodossa, spesso rimaneva a casa a pregare.
Su tutto però è bene ricordare l’insegnamento di san Cirillo di Gerusalemme:
Il nome di chiesa si addice a cose diverse, come della moltitudine nel teatro degli efesini è scritto: “Dopo aver detto ciò sciolse l’adunanza”. Giustamente qualcuno potrebbe chiamare, e con fondamento, chiesa dei malvagi le adunanze degli eretici. Mi riferisco ai marcioniti, manichei ed altri. Perciò ti è data saldamente la fede “nell’una santa Chiesa cattolica” perché, fuggendo le riunioni degli abominevoli, tu aderisca in tutto alla santa Chiesa cattolica, nella quale sei rinato.
Se poi passi per le città non chiedere semplicemente dov’è il “curiacon” (casa del Signore). Anche le eresie degli empi pretendono di chiamare “curiaca” le loro spelonche. Né dove si trova la chiesa, ma dove è la Chiesa cattolica. Questo è proprio il nome di quella santa e madre di noi tutti. Essa è la sposa di nostro Signore Gesù Cristo, unigenito figlio di Dio. È scritto infatti: “Come Cristo amò la Chiesa e si è sacrificato per essa” e il resto che segue. Essa è figura ed imitazione di quella in alto, Gerusalemme, che è libera e madre di tutti noi. Prima era sterile ed ora è di molta prole. (Le catechesi ai misteri, XVIII,26)
Fatte queste doverose precisazioni cosa dovrebbe fare un cristiano ortodosso se non ci sono Chiese ortodosse nel suo territorio?
Prima di tutto, è bene individuare la parrocchia più vicina, per raggiungerla quando è possibile, magari una volta al mese. Su internet è molto facile trovare gli indirizzi. Per quanto riguarda l’Italia segnaliamo le liste delle Parrocchie del Patriarcato Ecumenico e del suo Esarcato russodel Patriarcato di Mosca e del Patriarcato di Romania che sono le giurisdizioni più diffuse sul territorio nazionale.
Quando non è possibile raggiungere la parrocchia più vicina, allora è bene pregare a casa poiché ogni casa ortodossa è una piccola chiesa.
In questo caso la Domenica si può celebrare L’Officio dei Salmi Tipici, in greco Typikà, in slavonico Izobrazìtel’nye, è anche detto “Officio del pranzo” (in slavonico e in romeno Obèdnitsa).
Questo officio corrisponde a grandi linee alla “Liturgia della Parola” del rito romano, il nome “Salmi Tipici” è riferito ai Salmi 102 e 145, comunemente usati come prime antifone nella Liturgia. L’officio comunque copre ben di più delle antifone, e può essere integrato dalle letture dell’Apostolo e del Vangelo che si leggerebbero in quel giorno alla Liturgia.
Con la benedizione del vescovo è possibile celebrare anche con altri cristiani ortodossi l’officio dei Tipici. E’ importante, in questi casi, che la celebrazione sia guidata da un lettore o da un laico adeguatamente preparato. Non di rado da queste piccole assemblee domestiche può nascere una nuova parrocchia ortodossa.
Molti cristiani ortodossi credono di essere incapaci di pregare senza un sacerdote, ma al netto dei sacramenti, ogni cristiano ortodosso può, e nel nostro caso, dovrebbe, celebrare la domenica e i giorni festivi.
Con tutto ciò che è disponibile gratuitamente su internet oggi, non è difficile per un cristiano ortodosso celebrare alcuni servizi regolari in casa quando non è possibile frequentare una parrocchia. Tutto ciò è particolarmente importante per i bambini: si fornirà a loro un vivido esempio dello sforzo che si dovrebbe mettere per mantenere la fede in un contesto non-ortodosso.

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