sabato 27 ottobre 2012

Dal sito della Chiesa Russa di Milano di P. Dimitri: http://www.ortodossia.info

 
L’icona della Genitrice di Dio degli Iberi, anche detta Ivirskaya che trattiamo ora, si trova nella Chiesa dei “Santi Tre Gerarchi” in Parigi.
Non è facile trovare questa chiesa  anche se il suo indirizzo è ben conosciuto (5  rue Pétel, Parigi 75015 “Metro Vaugirard”)  soprattutto se si arriva dalla Russia. Dov’è la cupola? Dove sono i bianchi muri?Bisogna conoscere la storia complessa dell’Emigrazione russa per capire che là non c’è nulla che possa offuscare  il sentimento religioso, ma molto semplicemente, che non si poteva fare di più. E’ stato  necessario ricominciare tutto da capo , da zero.
Quando infine si entra nella Chiesa dei Tre Santi Dottori si prova un diverso sentimento: le icone, gli affreschi vi colpiscono letteralmente col loro fascino. Paragonandola ad altre chiese dell’Emigrazione, si rimane colpiti dall’armonia dell’insieme. Subito salta agli oscchi una grande Icona della Madre di Dio degli Iberi (Ivirskaya). Poi si  viene legno, in cui venne messa un’altra copia dell’Icona “Ivirskaja” che venne chiamata “degli Iberi di Mosca” o “Moskovskaïa Ivirskaja”. Non si sa da chi e quando questa Icona sia stata dipinta. Se ne è perduto il ricordo perché si pensava  che si trattasse della copia del 1648 inviata dall’Athos.
Si sa che la copia del Monte Athos aveva le stesse dimensioni dell’originale (la madre di tutte le “Ivirskaja”, ma l’Icona esposta enlla Cappella era molto più grande. Ogni persona che si recava al Kremlino, sulla Piazza Rossa, cominciava a pregare la “Buona madre degli Iberi” (Ivirskaja Matiushka). La Cappella non chiudeva mai. Tutti i forestieri che arrivavano a Mosca, per prima cosa  andavano a inchinarsi davanti alla SS.Madre di Dio d?Iberia per chiedere il Suo aiuto, C’era anche l’usanza tra i Moscoviti, soprattutto quando chiedevano l’intercessione della Madre di Dio, di andare in piena notte, se avevano fatto voto, a pregare la vergine degli Iberi, tre, sette o dodici volte. Così dunque a somiglianza del Monte Athos, anche Mosca ebbe la sua “Guardiana”, la Sua invincibile protettrice la Purissima Madre di Dio. Questa Icona divenne uno degli oggetti sacri più venerati:
“Rallegrati, protettrice della terra russa, più vasta delle nubi, rallegrati colonna incrollabile della Chiesa Ortodossa”
Dal 1693 la Vergine degli Iberi di Mosca era talmente venerata, che la si trasportava di casa in casa. Due uomini erano assegnati per la sua custodia, per servire da scorta per proteggerla da ogni profanazione. Numerose collane testimoniavano  sull’icona la testimonianza  di coloro che dovevano ad essa la guarigione. L’Icona era sempre più spesso portata nelle case, negli ospedali, nelle chiese e nei sobborghi di Mosca. Se ne fece una copia, perché la cappella non rimanesse senza Icona: La copia aveva l’apparenza e le dimensioni del modello. Ma la ricca “riza”  di perle era soltanto dipinta. Nel 18° e 19° secolo, solo un piccolo numero di fedeli hanno potuto vedere la vera e autentica Icona degli Iberi di Mosca, perché la si spostava quasi ogni giorno e notte. Ma non mancava mai la folla  nella cappelle.
Nel 1812 quando Napoleone invase la Russia, l’Icona fu sottratta ai francesi e trasferita con alti oggetti sacri a Vladimir. Nella cappella si lasciò la copia realizzata nel 1758. Come si sa i Francesi saccheggiarono Mosca. Non risparmiando gli oggetti sacri, staccavano con le loro baionette le Rize in oro e argento nelle chiese e nelle Cattedrali di Mosca. Nella sola Cattedrale della Dormizione essi asportarono 288 Kg. d’oro e 5.200 Kg. D’argento. Per quanto riguarda  la Cappella della Vergine degli Iberi, essa fu messa a soqquadro e la copia dell’icona originale sparì. Si può sospettare che fu portata in Francia. Dopo il 1812, per molto tempo, non venne messa un’ altra copia della Cappella della Vergine degli Iberi, Ma, poiché il popolo reclamava, nel 1852 venne dipinta una nuova copia dell’icona originale della Vergine degli Iberi di Mosca. Come la prima copia essa riproduceva esattamente l’icona originale con una riza di perle dipinte sulla testa e sulle spalle della SS. Madre di Dio. Questa icona restò nella cappella fino alla Rivoluzione. Ed è questa che è rimasta impressa nella memoria di molti moscoviti. Nel 1922 tutto quello che vi era di prezioso, negli arredi e nella decorazione della cappella fu confiscato dalle autorità e sparì senza lasciare traccia. Nel luglio del 1929 la cappella fu chiusa e distrutta, e nel 1931 le Porte della Resurrezione furono rase al suolo. Si ha qualche ragione di credere che l’icona della Vergine degli Iberi di Mosca si trovi nella Chiesa della Resurrezione di Sokolniki a Mosca. Oggi essa non ha più la “riza” di perle, ma è ricoperta di metallo argentato. Il destino della seconda copia è sconosciuto. Secondo il disegno di Dio, dopo i terribili anni di prova per la Chiesa e di persecuzione per i credenti, la Divina Provvidenza ha voluto che di nuovo venisse ricostruita la Cappella della Vergine degli Iberi. Il 5 novembre del 1994 Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutte le Russio Alexis II, ha benedetto la posa della prima pietra della Cappella. Nel 1995 i lavori della ricostruzione della Cappella e delle Porte della Resurrezione furono terminati, e il 25 ottobre, la vigilia della Festa della SS.Madre di Dio degli Iberi, arrivò a Mosca, proveniente dal Monastero Iviron del Monte Athos la copia  dell’originale. Da allora, tutti i giorni, davanti all’Icona, senza interruzione e a turno, il Clero di Mosca si succede per cantare l’Akathisto.
Ma ritorniamo alla storia dell’Icona che si trova a Parigi. Le vie di Dio sono impenetrabili! Nel 1930 un esule di Mosca, A.N.Pavlov, mentre passeggiava per le vie di Parigi, passando davanti alla vetrina di un negozio di antiquariato di rue St.Honoré scorse dalla vetrina la parte superiore di una grande icona dietro  altri oggetti. Non si vedeva che la corona e la testa fino alle spalle della Madre di Dio.  Egli riconobbe subito trattarsi della Vergine degli Iberi, anche perché spesso frequentava  a Mosca la Cappella e pregava davanti all’Icona miracolosa. All’inizio provò un sentimento di malinconia. Ecco, si disse, un oggetto sacro testimonio involontario degli eccessi distruttori che devastano la Russia. Egli infatti pensava che questa Icona fosse arrivata a Parigi, in seguito alla guerra civile scatenata dalla Rivoluzione. Ma quel che stava per scoprire era qualcosa di più sbalorditivo. Nel negozio gli dissero che l’icona era stata trasferita da Mosca in Francia nel 1812 da un ufficiale di Napoleone, e che ora i discendenti volevano venderla. Tutta l’emigrazione russa fu  in subbuglio. Non solo Pavlov ma tutti coloro che avevano abitato a Mosca, riconoscevano in questa icona quella stessa che si trovava nella Cappella della Vergine degli Iberi. In effetti essi vedevano la copia realizzata nel 1748 in tutto identica alla seconda copia del 1852. Ed è per questo che tutto diventava ancor più straordinario. Dio aveva deciso così. L’Icona era caduta nell’oblìo per 120 anni, come se il suo destino dovesse ripetersi: nel X° secolo, dopo il periodo iconoclasta, allorché da quasi 200 anni si ignorava del tutto la sua sorte, essa era stata miracolosamente ritrovata al Monte Athos. A partire dal X° secolo, questa icona è stata particolarmente la protettrice dei Monasteri dell’Athos. La Regina del cielo apparve a numerosi eremiti e asceti dicendo loro: “Finchè la mia Icona si troverà nel Monastero Iviron, non temete nulla e restate nelle vostre celle. Ma quando lascerò il Monastero, che ciascuno prenda la sua bisaccia e vada dove potrà”.  Nel XVII° secolo questa icona, arrivata a Mosca, prese posto anche là presso le “Porte”, ma le Porte di Mosca questa volta, ed è  là che essa fu soprattutto venerata. 2
“Finalmente nel XX° sec. dopo la tormenta rivoluzionaria e la terribile guerra civile, la Divina Provvidenza volle che questa Icona venisse ritrovata a Parigi, il centro più importante dell’Emigrazione russa.
Da una parte era l’epoca in cui gli esuli  vivevano in un’estrema indigenza e dall’altra parte, l’emigrazione era divisa da opinioni contraddittorie e da valutazioni diverse su ciò che era successo  e che succedeva nella Madre Patria. Bisogna dire che nel 1930-1931 vi furono dei problemi nella vita della Chiesa dell’Emigrazione russa dopo la Rivoluzione. Sono gli anni in cui si è verificato lo “scisma di Parigi”.La Chiesa Russa, più esattamente le Parrocchie fondate da Russi viventi all’estero si trovarono ripartiti in tre giurisdizioni che non avevano rapporti gli uni con gli altri, si consideravano reciprocamente come “traditori” della vera Chiesa e come “Scismatici”. Molti avevano sperato che il ritrovamento della S.Icona avrebbe sanato le divisioni tra le parrocchie e le avrebbe riunite attorno ad essa, in un movimento di riconciliazione con la Russia. E’ così che il Metropolita Evloghij al termine della cerimonia in occasione della riscoperta dell’Icona, diceva nell’omelia: “Possa questa immagine della Regina del cielo servirci come simbolo di unità e  aprirci le porte della Madre Patria in preda a numerose prove.” Kogan il proprietario del negozio di antiquariato che possedeva l’Icona, chiedeva una somma colossale: 25.000 Franchi.
Per l’acquisto dell’Icona si costituì un Comitato nel quale fece entrare un certo numero di personalità dell’emigrazione. Ben presto venne raccolta una parte della somma e si poté dare all’antiquario un acconto che permise all’Icona di uscire dal negozio. Da allora essa si mise a pellegrinare di chiesa in chiesa e di casa in casa come un tempo faceva l’Icona degli Iberi di Mosca. La prima cerimonia solenne in suo onore ebbe luogo nella cattedrale greca di S.Stefano a Parigi (rue Bizet), poi nella chiesa di S.Aleksandr Nevskij (rue Daru). Poi l’Icona fu trasportata a Nizza e là nella Cattedrale di S.Nicola ebbero luogo numerosi molieben in suo onore.Tutti si rallegravano di poter pregare davanti all’Icona  e pregavano commossi fino alle lacrime.

Fonte: traduzione in italiano di ortodossia.info tratta da un articolo in francese publicato nel 2003 sull’allora sito della nostra diocesi.

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