mercoledì 26 ottobre 2011

Dal sito italo-albanese: http://makj.jimdo.com/

Arbëria, si vea mbi dy gurë (1)
 
Stringi oggi, stringi domani, i piccoli paesi italiani vanno perdendo Abitanti, Poste, Scuole e, da oggi in avanti, anche...Comuni. E fra questi ci sono anche i Paesi Arbëreshë. Le Minoranze si sa che vivono con poco, ma anche questo “poco” viene loro eroso giorno dopo giorno. A causa della crisi economica, i Comuni Italiani che hanno meno di 1000 abitanti, dovranno accorparsi con altri Comuni. I Paesi Arbëreshë che hanno questo problema sono tredici (13): Andali, Marcedusa (Cz), Castroregio, Civita, Plataci, S.Cosmo Albanese (Cs), Carfizzi, S.Nicola dell’Alto (Kr); Ginestra, S.Costantino Alb., S.Paolo Alb.(Pz); Greci (Av); S.Cristina Gela (Pa).
     Che si deve fare? Come s’è fatto per le Scuole Arbëreshe, che si sono accorpate l’una con l’altra, così si deve fare con i Comuni. Scuole Arbëreshe con Scuole Arbëreshe, Comuni Arbëreshë con Comuni Arbëreshë. Questo dice la logica. E questo è il momento di regolare, una volta per tutte, i problemi delle Scuole dei Paesi Arbëreshë. Alcune di queste, anni orsono, vennero accorpate ad altre Scuole di paesi italiani (che erano più vicine) e non a Scuole di Paesi Arbëreshë (che si trovavano più lontane). Questo problema va risolto: innanzitutto perchè i Paesi Arbëreshë fanno parte di una Minoranza etno-linguistica; e poi perchè lo ha ribadito anche il Ministro della Pubblica Istruzione M. Stella Gelmini (leggi la Sua Risposta scritta alla Domanda dei senatori Giordano e Mazzaracchio, in Jeta Arbëreshe, nr.68/ottobre-dicembre 2010,pag. 2).
     La crisi economica, che tocca così tanto i Paesi Arbëreshë, non fa neanche il solletico alle nostre Eparchie Bizantine Arbëreshe, sia quella di Piana degli Albanesi (Pa) che quella di Lungro (Cs). Quanto più lo Stato Italiano va dimagrendo, tanto più la Chiesa Bizantina Arbëreshe mette peso. L’Eparchia di Piana (5 paesi) ha preti in abbondanza. L’Eparchia di Lungro in ogni paese ha uno o due preti. L’arcivescovo Nunnari, Amministratore apostolico latino dell’Eparchia di Lungro, in pochi mesi ha consacrato tre nuovi preti, un diacono e un suddiacono: tutti arbëreshë. Molto bene. Ma, dall’altra parte, non ha avuto tempo di parlare col decano dell’Eparchia; non ha avuto tempo di scoprire qualche prete “no-global” che predica come don Gallo; non ha avuto tempo di sostituire il predicatore del clero, il latino p. Stancari, con uno bizantino; e ancora non ha trovato un candidato-vescovo per la sede di Lungro.
     Nel frattempo, la Chiesa di Firmo non ha iconostasi, la sacrestia della cattedrale di Lungro scoppia di statue, gli Atti dei Sinodi di Lungro e Grottaferrata hanno fatto le ragnatele; e la Lingua Arbëreshe, in molte Chiese Arbëreshe, si sente solo quando si intonano i Canti Religiosi popolari. Fra 8 anni l’Eparchia di Lungro compie 100 anni. Forse si sta avvicinando il momento di chiudere porta e finestre? L’Amministratore latino ce l’abbiamo, nelle Chiese le statue abbondano e la lingua Italiana sta per soppiantare l’albanese e il greco.
     Cosa manca a questa Eparchia per diventare Latina? O le Chiese Arbëreshe iniziano a vivere veramente come bizantine e arbëreshe, o tornano - ibride e folkloristiche come erano e come sono rimaste - ciascuna nelle proprie Diocesi latine di provenienza. A chi interessa, oggi, un’Eparchia come questa, “nè carne né pesce”? Interessa a Papa Benedetto XVI? Interessa ai preti? Ai Fedeli Bizantini Arbëreshë no. Se tornasse in vita Papa Benedetto XV, che questa Eparchia volle e fondò nel 1919, appena preso atto della sua scarsa, o mancata, evoluzione bizantina, la chiuderebbe subito. Amen.
 
NOTA
 
(1) Kryeartikulli” Tratto da: Jeta Arbëreshe, 71 / llonar-vjesht 2011 Trimestrale di Cultura e Informazione Arbëreshe, in Italia e nel Mondo – pag. 3.

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