martedì 18 gennaio 2011

Pubblicata da Nicola D'Amico

Il patriarca egiziano copto non celebrerà l’Epifania in pubblico

Shenouda III, appena tornato da un viaggio medico negli Stati Uniti, ha deciso di non recarsi ad Alessandria domani, e di non celebrare in pubblico neanche al Cairo. La decisione sarebbe causata dal rispetto verso l’atmosfera di tristezza della Chiesa dopo la strage del 1 gennaio.

Il Cairo (AsiaNews) - Il patriarca dei Copti, Shenouda III, ha deciso di non presiedere alla celebrazione della festa dell’Epifania domani ad Alessandria. La decisione, anticipata dal quotidiano cairota “Al Ahram”, sarebbe stata presa dal capo della Chiesa copta per rispetto verso le persone che ad Alessandria sono ancora in lutto per le vittime dell’attentato alla chiesa dei Santi nella notte del 1 gennaio (01/01/2011 Massacro di cristiani ad Alessandria d’Egitto. Autobomba esplode davanti a una chiesa). Sarà la prima volta che il patriarca non celebrerà la messa dell’Epifania ad Alessandria.
Fonti vicine a Shenouda III attribuiscono questa decisione alla volontà di rispettare l’atmosfera di tristezza che ancora pervade gli ambienti della Chiesa ad Alessandria. Ma il patriarca, che resterà al Cairo, non presiederà neanche la celebrazione della cerimonia che si svolgerà nella cattedrale cairota di Abbassiya, e ha preferito scegliere di officiare una messa privata, non aperta al pubblico.
Shenouda III, che ha 87 anni, è tornato il 17 gennaio in Egitto da un viaggio compiuto negli Stati Uniti per controllare lo stato dei suoi reni, del cuore e il progresso nel recupero dell’uso di una gamba operata nel 2008. La sua prima apparizione pubblica, di ritorno dal viaggio, avverrà domani, in occasione della sua predica settimanale del mercoledì. Anche se è la prima volta che non è presente alla celebrazione dell’Epifania ad Alessandria, il patriarca nel passato ha minacciato di non presiedere a celebrazioni religiose importanti in segno di protesta nei confronti delle autorità laiche per le discriminazioni sociali e legislative di cui soffrono i copti. Attualmente sono in corso colloqui fra la Chiesa copta e lo Stato per modificare le leggi che regolano i permessi per la costruzione di edifici cristiani in Egitto, al momento molto restrittive.


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