giovedì 21 ottobre 2010

Jeta Arbëreshe, 67 / llonar-vjesht 2010


L’EPARCHIA DI LUNGRO CERCA LA STRADA PERSA

Questa pagina l’avrei voluto lasciare bianca. Perchè io, sull’Eparchia di Lungro, ho detto e scritto tutto, da tredici anni in qua. Trenta articoli. E li ho scritti perchè credevo che il vescovo di Lungro avrebbe raddrizzata l’Eparchia. Ma così non è stato. E oggi a Lungro abbiamo un Amministratore Apostolico latino. Perchè i papas non si sono trovati d’accordo sul nome del nuovo vescovo. Sono divisi. Io credo che i problemi dell’Eparchia sono cominciati nel 1987. Appena il vescovo Lupinacci si sedette sul trono di Lungro, si scoprì la sua impotenza: appena accortosi che col parroco di Lungro non c’era accordo, avrebbe dovuto allontanarlo, ma non lo fece. Questo gesto d’impotenza fu il suo peccato originale. Peccato ripetuto otto anni dopo,  all’apertura del Sinodo di Lungro (1995). Quando il parroco di Lungro, davanti a tutti, bollò di “illegalità” il Sinodo stesso. Neanche quella volta il vescovo alzò il bastone. E qui lo scandalo si estese, come macchia d’olio, a tutta l’Eparchia. Il vescovo pensava di salvare l’Eparchia con la bontà, non con la forza; con la parola, non con il bastone.(Avrebbe dovuto salvarla con la parola e col bastone). E i parroci, vedendolo impotente, se ne approfittarono: cominciarono a fare quel che loro piaceva. Cominciarono ad allontanarsi dal vescovo. E il vescovo dai parroci. Poco fece il vescovo per trovare vocazioni nei paesi arbëreshë, anche perchè poco aiutato dai parroci. Provò a trovare seminaristi in Albania, ma non uno si fece prete. Rimasto senza seminaristi, il vescovo chiuse i Seminari di S.Basile e di Grottaferrata e non mandò più nessuno al Collegio Greco. E, per coprire questa vergogna, i preti andò a cercarli in ...Romania! Io credo che il vescovo i seminaristi e i preti ce l’aveva in Calabria. Negli anni, chi s’è spogliato e chi se n’è andato, trovando posto nella Chiesa Ortodossa Greca; chi voleva essere fatto lettore, ma venne scacciato, e se n’è andato con la Chiesa Ortodossa Russa, che l’ha ordinato prete; chi è diacono da anni, ma non è stato ordinato prete; alcuni seminaristi hanno finito gli studi filosofici e teologici, ma non sono neanche diaconi; c’è chi è laico sposato e avrebbe voluto farsi prete, ma il vescovo non l’ha neanche voluto sapere. Come il vescovo non ha saputo, nè voluto, esercitare la sua autorità sui preti, e così da questi è stato preso in giro; così i preti non hanno saputo, nè voluto, esercitare la loro autorità sui fedeli dei paesi, ma da questi sono stati trascinati per il naso. Senza bussola, tanto il vescovo quanto i preti. Come il vescovo ha sempre addossato la colpa ai preti (“Glielo dico con le buone, ma non mi ubbidiscono”), così i preti addossano la colpa ai fedeli (“L’albanese non lo capiscono, preferiscono l’italiano; vogliono le statue e non le icone; vogliono la festa di S. Pio, di S. Francesco e di S. Antonio; non vogliono saperne del Sinodo di Lungro, ecc...). Senza bussola. Dove mai s’è visto che le pecore dicono al pastore dove devono andare a pascolare? Senza bussola. Senza cultura bizantina (ce l’hanno, ma l’hanno nascosta), senza cuore arbëresh, senza testa. E l‘anarchia è andata aumentando, tanto a Lungro quanto nei paesi arbëreshë. Frasi tipiche italiane sono entrate nella liturgia bizantina, con la benedizione del vescovo; qua e là,la recitazione italiana (bla-bla-bla monotono) ha sostituito il canto greco e albanese; le statue hanno soppiantato le icone, nelle feste e nelle processioni; in alcune chiese, la messa viene cantata in italiano dal prete e il popolo risponde in greco, e il battesimo si fa per aspersione; ecc... Mons. Nunnari, a cui facciamo tanti auguri, ha da lavorare, prima di trovare un prete arbëresh degno del trono di Lungro.

N.D.R.: Credo che a scrivere questo articolo sull'ultimo numero della rivista italo-albanese " Jeta Arbëreshe" sia il Direttore, un carissimo amico con cui nel primo Sinodo Eparchiale abbiamo avuto idee che ci hanno sempre fatti incontrare, mai allontanare, ma per non fare errori è giusto mettere un bel condizionale. Le cose riportate sono realtà che tutti quanti conoscono, dal più piccolo al più grande, ma che la latinizzazione forzata ha fatto in modo che tutto ciò che era orientale venisse messo in disparte e tutto quello di latino diventasse il pane quotidiano.
Comnque visto che sono stato, amorevolmente, citato nel presente articolo, con calma e ponderando le espressioni, desidero dire ed esprimere il mio pensiero. Quindi a presto.

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