venerdì 25 giugno 2010

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Scoperte le immagini più antiche degli apostoli
Il sovrintendente Bisconti mostra le icone degli apostoli

ROMA - "Sono le più antiche immagini degli apostoli e risalgono alla fine del IV Secolo". Così Fabrizio Bisconti, sovrintendente ai lavori archeologici delle catacombe di Santa Tecla a Roma annuncia la scoperta delle icone di Pietro, Paolo, Andrea e Giovanni, le prime raffigurazioni del volto dei quattro apostoli. La scoperta è stata rivelata oggi dopo due anni di ricerche anche se l'Osservatore Romano aveva anticipato qualche tempo fa il ritrovamento della prima icona di San Paolo.
Alla conferenza stampa sui dettagli dell'importante ritrovamento archeologico erano presenti anche monsignor Gianfranco Ravasi, presidente della Pontificia commissione di archeologia sacra, monsignor Giovanni Carrù, segretario della stessa commissione, e Barbara Mazzei, responsabile del restauro. Le raffigurazioni degli apostoli risalirebbero alla fine del IV secolo. "Per Andrea e Giovanni si tratta delle più antiche rappresentazioni" in assoluto, mentre immagini dell'apostolo Pietro "si hanno già alla metà del IV secolo, ma mai da solo, in un'icona", sottolinea Bisconti. Per Barbara Mazzei, "la scoperta dimostra l'introduzione e la diffusione del culto degli apostoli nelle origini del Cristianesimo".
Le immagini degli apostoli Pietro, Paolo, Andrea e Giovanni sono situate nelle catacombe di Santa Tecla, a circa mezzo chilometro dalla basilica di San Paolo fuori le mura. Le icone sono disposte sul soffitto di un cubicolo fatto edificare da una nobildonna del tardo Impero romano, che commissionò la decorazione della tomba basandosi prettamente su temi biblici. Il cubicolo e l'intera struttura delle catacombe sono situate sotto un palazzo risalente agli anni '50, la cui costruzione, fortunatamente, non danneggiò i reperti archeologici. Durante il restauro è stata utilizzata una sofisticata e pressoché inedita tecnologia laser per rimuovere il calcare che ricopriva gli affreschi.
Nella volta del cubicolo ci sono anche le immagini di una matrona romana e di "un fitto cassettonato che forse imitava la Basilica di San Paolo: sappiamo che alla fine del IV secolo era stato ricostruito un 'martyrium paolino' e diverse fonti ci dicono che il soffitto era tutti travi e lamine d'oro". "Il cubiculo - prosegue il sovrintendente Bisconti - emula un mausoleo o una basilica. Vicino c'è l'immagine di un collegio apostolico con Cristo al centro tra gli apostoli, come di solito era raffigurato negli absidi delle basiliche romane. La matrona appare ingioiellata insieme alla figlia in atteggiamento orante".
Secondo l'archeologo, "tutto coincide" con la vita religiosa cristiana di Roma di quel tempo. "Alla fine di IV secolo a Roma vive San Girolamo, che dà avvio a una sorta di ascetismo quasi monacale, coinvolgendo diverse matrone della città. E la donna sepolta in quel cubicolo poteva essere una di queste aristocratiche che, convertita al Cristianesimo, viaggia poi in Terra Santa per vedere i luoghi degli apostoli. Poi, al ritorno, fa riprodurre le loro immagini sulla tomba. In ogni caso, sono le icone più antiche a figura intera di Pietro e Paolo e, in assoluto, quelle più antiche di Andrea e Giovanni".



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