sabato 14 marzo 2009

PENSANDO AGLI ACQUAFORMOSITANI EMIGRATI




Carissimi Fratelli, Gentilissime sorelle, paesani e cittadini o ex paesani oramai da generazioni all’estero, dove avete dato il meglio di voi per tenere alto il nome della nostra e vostra Acquaformosa, ovunque Voi siate, Vi giunga un favoloso e fantastico saluto. Lo so che pensate ai vostri cari, ai vostri amici, a ciò che avete lasciato e che ancora vi lega a questa terra; vorreste venire forse per l’ultima volta a rivedere ciò che rimane indelebile nel pensiero. Questo sogno, questo desiderio, nel nostro piccolo, cerchiamo di farvelo rivivere anche solamente via etere ……. sempre meglio poco che niente! Quanti di voi hanno parlato di questo lembo di terra, di questo paese, ka kusjuna, ka rrangunga, ka vidhi, ka shëpella, ka sheshi, ka krojë pjak, ka pallaci, Shën Mëria Malit ed altri luoghi dell’infanzia ai vostri figli, che l’arbëresh non lo parlano, ma che nel loro sangue hanno un filamento di radice acquaformositano, arbëresh ed italiano. Noi vi portiamo eternamente nel nostro piccolo e prezioso cuore e cerchiamo di offrirvi qualche cosa che possa immaginare e rivivere, anche se a migliaia di chilometri, il vostro sogno.
Acquaformosa vi pensa e prega nelle Liturgie che si celebrano nella piccola Cappella Ortodossa, intitolata a Santa Caterina Megalomartire, per tutti voi e per i vostri cari. Una volta al mese il nostro pensiero, le nostre preghiere vi raggiungono nelle più disparate regioni della terra e per voi preghiamo il Signore di mantenervi ininterrottamente in ottima salute e sempre nelle Sue grazie perché possiamo, al termine della nostra vita, raggiungere l’agognato premio: un posto nel suo Regno dove non c’è dolore ne stridore di denti, mo solo pace e gioia.
Anche domenica scorsa, per la Chiesa ortodossa, prima domenica di quaresima, abbiamo potuto celebrare la Divina Liturgia, in quanto i nostri fedeli hanno raggiunto la Chiesa ed insieme al sottoscritto hanno cantato nella lingua dei nostri Padri, la Liturgia ortodossa. La Cappella era, nella sua limitatezza, per noi, strapiena. Come acquaformositano, figlio di questa terra e di questo paese, come primo prete ortodosso, sono raggiante di felicità; il popolo è soddisfatto, la comunità non ci abbandona e fino a quando si precipita in Chiesa, noi ringraziando e pregando il Signore, andiamo avanti. Signore nella Tua immensa misericordia abbi pietà di noi e donaci la forza di continuare la nostra avventura. A tutti un grazie Padre Giovanni Capparelli

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