venerdì 13 marzo 2009

Estratto da: Albania News


Intervista a Giorgio Maria Castriota Scanderbeg, discendente dell'eroe Giorgio Castriota Scanderbeg



Dott.Giorgio Maria Castriota Scanderbeg, come si origina e si sviluppa nel tempo, il ramo di Napoli dei discendenti di Scanderbeg?

A mio avviso, quando si parla di discendenza diretta, è bene precisare che, come in tutte le cose della vita esistono i rami principali, cioe’ discendenti dal primogenito di poi i rami secondari, che in base alla vicissitudini della vita, possono divenire principali, qualora il primogentito della stirpe non dovesse avere figli maschi.
Per meglio esemplificare il mio pensiero, che si basa su precise norme genealogiche, porto come esempio i mie figli. Il primogenito è Filippo Maria, nato il 25.1.1989 ed il secondogenito è Alessandro Maria, nato il 6.2.1992; Qualora a Filippo toccasse in sorte di non avere figli maschi, l’onere della discendenza toccherebbe di diritto ad Alessandro.
Partendo da Giovanni Castriota, enunciando di volta in volta i primogeniti, individuiamo il figlio Giorgio, eroe albanese ed europeo, come da lei giustamente precisato, da cui il mio ramo discende, dopo Giorgio da:
Giovanni, Ferrante (spesso indicato il nome Ferrante anche come Ferdinando), Achille, Pirro, Antonio, Achille (signore di San Demetrio San Cosmo e Macchia, in Calabria Citra), Antonio, che sposa Claudia di Paola, Giorgio, Ferrante (o Ferdinando) da cui Francesco, nato il 23.11.1779 (Filippo, nato il 29.3.1783) Antonio, che sposa Emanuella di Gennaro, dei marchesi di Auletta, Giovanni che sposa Maria dei marchesi Sersale, da cui Emanuella e Francesco, nato il 7.6.1875 e deceduto, senza eredi, il 9.6.1943.
A questo punto, estintosi il ramo principale, il secondogenito di Ferrante, cioe’ Filippo, indicato dianzi in parentesi, nato il 29.3.1783, passa a trasmettere la sua discendenza, e quindi la diretta discendenza dei Castriota Scanderbeg, a: Ferdinando (Ferrante) I° barone di Fossaceca e Castelluccio, Filippo II° secondo barone di Fossaceca e Castelluccio, da cui in prime nozze, Ferdinando III° barone di Fossaceca e Castelluccio, Filippo, IV° barone di Fossaceca e Castelluccio, e poi, Giorgio (io) V° barone di Fossaceca e Castelluccio, da cui, come detto sopra, Filippo Maria ed Alessandro Maria.
Tale indicazione di nomi, oltre ad essere piu’ dettagliatamente inserita nell’albero geneaolgico della nostra famiglia, è stata giustificata, analizzata e riconosciuta valida, con atti che si conservano nell’archivio della Consulta Araldica, e che sono stati dichiarati autentici a Roma il 3.2.1910 dal Regio Commissario della Consulta Araldica , e vistati per autenticita’ dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’Interno, nonche’ Presidente della Consulta Araldica, dott. Sannino.


Le risapute vicende eroiche in cui si e’ contraddistinto il suo grande antenato Giorgio, certamente hanno recato in dote ai suoi discendenti oltre a qualche privilegio, anche un certo carico di responsabilita’ soprattutto morale; come vive e come si rapporta con tali evenienze?

Io sono nato Castriota Scanderbeg, per me e’ sempre stato normale portare il mio cognome. Quando abbiamo cominciato a studiare la storia, talvolta, in classe, ci si imbatteva nello studio, in Giorgio Castriota, detto Scanderbeg, le cui gesta, purtroppo, non venivano mai realmente approfondite; Io mi sentivo, dapprima intimidito, ( non solo dagli sguardi e sorrisini dei compagni), ma anche dal peso del nome che portavo. Saro’ mai all’altezza di un si’ grande uomo?
Ebbene i privilegi terreni, avuti in dote, a livello familiare, non sono nulla nei confronti dell’unico vero privilegio, quello di rappresentare sulla terra, ai giorni nostri, un uomo fiero, imbattibile, leale, onesto, distintosi in Albania ed in Europa, come dimostrabile leggendo le sue gesta.
Non saremo mai comparabili all’eroe, ma potremo solo tentare di esserne degni ambasciatori, in Italia, in Albania, ed in Europa tutta.

Dopo oltre due secoli di rapporti interrotti tra i due rami principali dei Castriota Scanderbeg in Italia, quello di Ruffano (Le) e quello di Napoli, si è riaperto quel dialogo costruttivo che tanti, da tempo attendevano. Può dire qualcosa sul rapporto con i suoi ”cugini” ritrovati di Ruffano?

Anche qui ho da fare una premessa. Io sono nato nel 1955 da Filippo Maria, figlio primogenito di Ferdinando, il quale, per sua indisponibilita’ alla notorieta’, non ha mai, o meglio quasi mai, partecipato a cerimonie ufficiali in rappresentanza degli Scanderbeg. Chi lo ha fatto, con una diversa e brillante partecipazione è stato mio zio Giorgio, conosciuto come Fra’ Giorgio, in Italia, in Albania e tra gli arberesh. Detto cio’ mi corre l’obbligo, per verita’ storica, di affermare che nella mia famiglia, da quando sono nato, non sono venuto mai a conoscenza di dissapori con il ramo di Ruffano. Ho saputo della loro esistenza consultando il libro d’oro della nobilta’ italiana e la mia curiosita’ non si e’ mai spinta oltre. Loro discendono da Pardo, fratello di Achille da cui discendiamo noi. Siamo quindi, per trovare un giusto legame “cugini”.
Mi dispiace apprendere da lei che tra le nostre famiglie ci sia stato del “freddo” secolare, ma in tutti i casi, cosi’ come il ghiaccio mantiene inalterate le caratteristiche delle cose, degli alimenti ecc., cosi questo ghiaccio, una volta scioltosi ha dato vita, seppur ad un solo iniziale incontro telefonico, ad un immutato senso di stima a persone che in tutti i casi portano il nostro cognome. Ricevere una sera verso le ore 20,00 una telefonata dal dott. Alessandro Castriota Scanderbeg, mi ha riempito di gioia e commozione. So che loro hanno avuto innato, come noi, il senso della famiglia e della modestia. Sono persone di indubbia moralita’, e spero al piu’ presto di poterli conoscere.
Pensi che Alessandro ha sposato una donna il cui nome e’ Carolina, che è lo stesso nome di mia nonna, e che sarebbe stato il nome che avremmo dato a nostra figlia, qualora fosse nata. Il mio secondogenito si chiama Alessandro. Che dire? Siamo felici di sapere che in tutti i casi, le nostre famiglie, a prescindere dalle discendenze, sono e saranno nel futuro, ancora presenti, baluardi dell’unica cosa che possiamo fare, cioe’ tenere in vita la memoria storica dell’eroe albanese. Mi permetto, suo tramite di fare gli auguri al dott. Giulio, il quale di recente ha avuto un erede maschio, Giorgio, testimonianza del rispetto che entrambe le nostre famiglie portano all’eroe.


Dott. Giorgio Maria Castriota Scanderbeg, lei tra poco visitera’ l’Albania, terra in cui si conservano indelebilmente le radici della sua famiglia. Come sta vivendo l’attesa del viaggio? Quali sentimenti le dominano l’anima?

Deve sapere che nel 1997 circa, se non ricordo male, si stavano predisponendo i contatti tra gli amici albanesi e mio zio, Fra’ Giorgio, che in Albania faceva opera meritoria di invio di generi medicinali e non, in nome e per conto dell’Ordine di Malta, portandoli direttamente lui, alla guida di camion (cosa che ora continua a fare la sua degna figlia, mia cugina, Maria Luisa). Gli eventi bellici che hanno devastato ed insanguinato la costa adriatica e non, hanno di fatto interrotto i rapporti, per organizzare tale rientro, ma dentro di me ho sempre avuto il sentore che prima o poi ci sarei andato.
Ho avuto il piacere e l’onore di incontrare a Roma l’ambasciatore Kola, il poeta Visar Zhiti, e tanti, tanti amici e fratelli albanesi. A tutti loro, in occasione di un mio commosso piccolo discorso a piazza Albania, ho detto che in tutti i paesi del mondo sarei andato come turista, in Albania no.
Vorrei andarci solo previo invito, e consentire a me ed alla mia famiglia, di poter far ritorno in quella che, mi sia consentito, ritengo essere la “terra promessa”.
I mille pensieri, i mille sentimenti che attanagliano la mia persona sono tanti e tali al punto che penso che verrebbe la voglia di “scappare”, ma puo’ un Castriota Scanderbeg scappare?

A presto, Albania, mia patria di sangue. Giorgio

Nessun commento: