domenica 27 dicembre 2015

La fine dell'Ucraina
Dal blog del sito Orthodox England
19 dicembre 2015

 

Introduzione

La storia dimostra che gli stati artificiali non sopravvivono. Prima o poi scompaiono perché non hanno consenso popolare, ma sono basati sull'imposizione centralizzata e sull'oppressione. Così, la Spagna si sta oggi disintegrando, con una maggioranza dei catalani che desiderano recuperare il proprio paese. I baschi potrebbero essere i prossimi. Il Regno Unito, già spezzato nel 1921 dalla secessione della maggioranza degli irlandesi che volevano indietro la loro libertà dal mito britannico, sta per essere ulteriormente smantellata dalla maggioranza degli scozzesi. Un giorno anche il Galles e l'Inghilterra si riprenderanno la loro sovranità dall'oppressione normanno-britannica – questo comunque potrebbe accadere solo alla seconda venuta.
Per quanto riguarda la Germania, il piano dello tsar dopo la vittoria russa prevista nel 1917 era di smantellare l'unificazione satanica di Bismarck che aveva portato direttamente a enormi guerre europee a un inaudito spargimento di sangue. E le divisioni artificiali e portatrici di violenza assicurata nel Medio Oriente, imposte dalla Gran Bretagna e dalla Francia all'Impero Ottomano quasi un secolo fa, sono oggi quotidianamente annullate mentre guerre civili o conflitti imperversano in Siria, Iraq, Libano e Turchia. Ora un altro simile stato artificiale, anch'esso esistente da meno di 100 anni e senza consenso popolare, sta crollando. Si tratta dell'Ucraina.

Il prossimo crollo dell'Ucraina

La parola 'Ucraina' significa semplicemente di confine, 'le marche'. Nella storia è stato usato per descrivere molte aree slave marginali, dalle terre di confine della Serbia ai confini della Polonia e del Kazakistan. Creare uno 'stato' a partire da aree di confine marginali non è mai realistico. Uno Stato vitale ha sempre bisogno un centro dotato di consenso, e di consenso popolare. Questo è qualcosa che la neonata 'Ucraina', che ha raggiunto l'indipendenza solo una generazione fa, non ha mai avuto.
Formata negli anni '20 da Novorossija (sud-ovest della Russia), Malorossija (Piccola Russia, dove la lingua è il 'surzhik', un dialetto russo), nel 1939 dalla Polonia orientale (Galizia – l'unica autentica Ucraina o terra di confine), e nel 1944 da una parte dell'Ungheria (oggi chiamata impropriamente 'Transcarpazia', ma prima chiamata 'Rutenia' e parte della Cecoslovacchia pre-1939) e parte della Romania, un conglomerato così tanto artificiale non può sopravvivere. E questo nonostante i miliardi di dollari che i successivi governi degli Stati Uniti hanno pompato nel suo supporto vitale forzato negli ultimi dieci anni o giù di lì.
Anche se l'elite degli Stati Uniti ha dato un sacco di soldi al centro artificiale dell'Ucraina (Kiev), dove hanno stabilito un governo fantoccio galiziano per la loro nuova repubblica delle banane, di fatto le regioni dell'Ucraina decidono tutte le domande. Non hanno bisogno di Poroshenko. Gli americani hanno bisogno del loro mitico stato ucraino solo a scopo di propaganda. Gli Stati Uniti che controllano il governo ucraino e tutte le sue politiche, vogliono mantenere un unico giocatore da poter mostrare al mondo dicendo: ecco l 'Ucraina.
Non vogliono Odessa, Zaporozh'e, Uzhgorod, Leopoli, Zhitomyr, Kharkov, ma l'intera Ucraina. Tuttavia, in realtà l'Ucraina è composta esattamente da un mosaico di territori locali controllati da oligarchi corrotti, più o meno allo stesso modo dei principati rivali che combattevano tra loro nel XII secolo, costringendo un nuovo centro a sollevarsi e a prendere il controllo dall'anarchia – Mosca. La storia si ripete. In realtà, gli americani devono trattare con Filatov a Dnepropetrovsk, con i fratelli Balogh in Transcarpazia, con Kolomojskij a est, con Saakashvili a Odessa e con altri, e possono dimenticare Kiev e i suoi oligarchi occidentali.
L'Ucraina, intrinsecamente instabile, non è sostenibile, infatti non è più uno stato, e continua ad esistere solo nella misura in cui viene riconosciuta da poteri esterni. Fuori da Kiev, non ha alcuna realtà. Anche se per Washington, Bruxelles e Berlino non è redditizio mantenere la statalità ucraina, ammettere la sua dissoluzione significherebbe perdere la faccia del tutto. Ma dal momento che gli Stati Uniti, l'Unione Europea e le loro marionette del FMI ora non hanno trovato 3 miliardi di dollari per pagare i debiti attuali dell'Ucraina alla Russia, certamente non troveranno le decine e centinaia di miliardi di dollari necessari per finanziare l'esistenza dell'Ucraina in fallimento per altri 5-10 anni.
Tutti capiscono che il regime di Poroshenko non è sostenibile – non è più vivo, le recenti elezioni locali in Ucraina hanno dimostrato che il regime centrale e i suoi seguaci della polizia segreta non possono competere con le élite regionali. In tutte le regioni le elezioni sono state vinte dalle élite locali e regionali. Pertanto, quando Biden è venuto in Ucraina, dicendo che non vi era più alcun bisogno di tenere elezioni, non voleva che venisse alla superficie la realtà, cioè che l'Ucraina è un conglomerato artificiale di province.
I politici degli Stati Uniti, che hanno più formazione ed esperienza rispetto ai loro omologhi ucraini, sono ben consapevoli del fatto che qualsiasi successiva elezione porterà alla disintegrazione dell'Ucraina. Questo processo può essere rallentato, ma non può essere ignorato, e anche se è possibile mantenere lo stato con iniezioni endovenose di contanti statunitensi, non è più possibile arrestare il processo di decadimento e invertirlo.
Anche se il 'mondo occidentale' può ancora far finta per qualche tempo che l'Ucraina esista come paese, anche solo nominalmente, il collasso è inevitabile. Tuttavia, il fatto è che un vero e proprio Stato non è solo un inno appena inventato, uno stemma e una bandiera. Si tratta di un consenso interno e che esiste solo quando il governo rappresenta i suoi popoli. Come gli americani giustamente proclamano: 'Non ci sono tasse senza rappresentanza'. E questo non esiste in Ucraina.
Questa è una situazione in cui il governo centrale, che ha rifiutato la confederazione e così ha dato iniziò a una guerra civile massacrando il suo stesso popolo, ha perso il controllo e quindi non è più in grado di attrarre finanziamenti esteri. L'economia è in rovina e finanziare un bilancio attraverso le tasse imposte a una popolazione incredibilmente povera e dissidente è impossibile. Il centro non ha alcuna importanza perché le regioni dipendono solo dalle élite regionali e dalle loro reali capacità e poteri. La domanda è: Cosa accadrà dopo?

Conclusione

Nonostante le affermazioni isteriche e auto-giustificatorie della cricca di Poroshenko, la Russia non ha invaso militarmente l'Ucraina in alcun modo negli ultimi due anni. Alcuni si sono chiesti perché la Russia non è intervenuta nel caos dell'Ucraina, mentre lo ha fatto nel caos della Siria. La risposta è semplicemente perché la Russia sovietica, con le sue invasioni e interventi in altri paesi, l'Ungheria, la Cecoslovacchia, l'Afghanistan, è morta da tempo. La Russia di oggi interviene solo quando le viene chiesto di farlo – come è avvenuto in Siria. La Russia non è stata invitata a intervenire in Ucraina, e non lo ha fatto.
La rigida brutalità dei vecchi governi sovietici è ormai finita da lungo tempo. La Russia di oggi è molto più intelligente. Come dice il proverbio russo sulle situazioni caotiche: 'Non la toccare e non manderà cattivo odore'. In altre parole, ora si attende che cada il melo per raccogliere le mele. E questo è ciò che sta accadendo in Ucraina. Crollerà da sola e poi la Russia raccoglierà i pezzi che vorranno liberamente aderirvi o far parte della sua sfera d'influenza eurasiatica come entità indipendenti, come la Bielorussia al nord o il Kazakistan e l'Armenia al sud. Nel caso dell'Ucraina, questo significa non solo la Crimea già libera, ma l'est, il sud e il nord – la maggior parte del paese chiamato 'Ucraina'. E questo potrà arrivare molto presto, perché l'attuale processo di collasso continuerà nel 2016, mentre la 'Ucraina' ritorna alle sue radici reali e pre-sovietiche.

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