sabato 27 dicembre 2014

Dal sito del Confratello P. Ambrogio di Torino.

Solidarietà alla Russia nell'ora della tragedia ucraina

La dichiarazione "Solidarietà alla Russia " è stata scritta da Dimitrij e Tamara Shakhovskoj, con la partecipazione attiva dei membri di Russkij Most ("il ponte russo"). Dal 26 novembre 2014, l'iniziativa ha ricevuto l'approvazione di più di un centinaio di discendenti rappresentativi dell'emigrazione bianca appartenenti alle sue diverse associazioni, residenti in paesi diversi e anche su continenti diversi. Alcune altre persone – con o senza un rapporto speciale con la Russia – hanno voluto, altresì, mostrare il loro sostegno. L'elenco dei firmatari continua a crescere ogni giorno. Rimane aperto all'indirizzo solidairesdelarussie@gmail.com e verrà regolarmente aggiornato sul sito.

Da quasi un anno, gli eventi ucraini coinvolgono noi, discendenti dell'emigrazione bianca, tanto più che le nostre origini ci danno accesso a diverse informazioni, a differenza della maggior parte delle persone che ci circondano. La conoscenza di un vicino passato, quello della Russia prima del 1917, ci dà l'opportunità e il dovere di denunciare le eclatanti falsificazioni storiche che hanno portato all'attuale tragedia in Ucraina.
Di fronte alle crescenti tensioni, nel Donbass come nelle relazioni internazionali, s'impone una conclusione: l'ostilità aggressiva oggi schierata contro la Russia non ha nulla di razionale. La politica di "due pesi, due misure" ha superato ogni limite. La Russia è accusata di tutti i crimini, senza prove, colpevole a priori, mentre altri paesi ricevono un'indulgenza particolarmente rivoltante, in particolare nella sfera dei diritti umani.
Non rinunciamo in nulla alla difesa dei valori trasmessi dalle nostre famiglie costrette all'esilio dopo la rivoluzione del 1917 né alla denuncia dei crimini dei bolscevichi e dei loro successori, né alla promozione della verità storica su quegli anni terribili. Ma questa non è una ragione per accettare le calunnie che si riversano, giorno dopo giorno, sulla Russia attuale, sui suoi leader e sul suo presidente, sanzionati e diffamati contro ogni buon senso. Questo processo stravagante – autodistruttivo per i paesi europei – fornisce forti argomenti a coloro che vi vedono il desiderio occidentale di contrastare lo sviluppo della Russia, piuttosto che di risolvere la crisi ucraina. Attaccare sistematicamente tutto ciò che ha a che fare con la nozione di "mondo russo" è particolarmente ridicolo: si tratta di una realtà storica, geografica, linguistica, culturale e spirituale, di un'alta civiltà che ha dato molto al mondo e della quale siamo fieri.
Non possiamo tollerare il vergognoso silenzio dei media ufficiali e dei paesi europei sui terribili bombardamenti delle popolazioni e delle infrastrutture civili da parte dell'esercito ucraino nel Donbass, sostenuti da milizie portatrici di un simbolismo nazista. Questo silenzio, per le autorità di Kiev, è equivalente a un vero e proprio permesso di sterminio. Da mesi, bambini e anziani muoiono o sono seriamente feriti, si torturano prigionieri. Ora il governo di Kiev ha dichiarato un blocco completo (gas, elettricità, treni, amministrazioni e ospedali, pensioni, stipendi, medicine...) per meglio distruggere una regione che comunque proclama come parte integrante del proprio territorio. E come non denunciare le violenze commesse dai sostenitori di Kiev contro la Chiesa ortodossa russa in Ucraina – sacerdoti minacciati, costretti a fuggire o uccisi, cinquanta chiese bombardate (venti completamente distrutte), fedeli perseguitati. Dove sono i valori europei in tutto questo?
Nonostante il loro totale rifiuto dell'Unione Sovietica, i nostri genitori e nonni sono stati sconvolti dalle sofferenze del popolo russo durante la seconda guerra mondiale. A nostra volta, noi rifiutiamo l'indifferenza e il silenzio – lo sterminio pianificato delle popolazioni di Donbass, la russofobia delirante, l'ipocrisia totalmente contraria agli interessi di un'Europa che a noi è cara. Speriamo che i paesi che hanno accolto le nostre famiglie ritrovino presto la via della ragione e dell'obiettività.
Dimitrij e Tamara Shakhovskoj
Parigi, 26 novembre 2014

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