giovedì 19 giugno 2014

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Appello di sua Santità il patriarca Kirill al pleroma della Chiesa ortodossa russa

Sua Santità Kirill, patriarca di Mosca e di tutta la Rus', si appella al pleroma della Chiesa ortodossa russa.
Cari fratelli e sorelle, oggi mi rivolgo alla pienezza della nostra Chiesa, a tutti i popoli della Rus' storica.
Non ci può essere per noi oggi nulla di più importante che il fratricidio che continua, infiammando il territorio dell'Ucraina, distruggendo sempre più vite.
Oggi la parte meridionale della Rus' storica è in fiamme per lotte intestine.
I risultati di questo conflitto sanguinoso sono spaventosi. Non si parla più di un centinaio di vittime, come quest'inverno a Kiev, ma di molte, molte centinaia di morti, migliaia di feriti e senzatetto. Solo il diavolo può festeggiare quando i fratelli combattono, si distruggono a vicenda, provocano lesioni, indebolendo le forze vitali del popolo.
E, naturalmente, la Chiesa ortodossa russa, la Chiesa della Rus' spiritualmente indivisa, non può dividere il popolo di Dio secondo principi politici, nazionali, sociali o di qualsiasi altro tipo. La Chiesa compie la missione affidatale dal Signore Gesù Cristo, e non agisce a comando o su richiesta di varie forze politiche. Questo è ciò che la distingue da alcune organizzazioni, religiose di nome, ma in realtà essenzialmente secolari.
Ci sono state più volte guerre intestine nella nostra storia. Sono queste che hanno portato all'indebolimento della Rus' di Kiev e alla caduta dei principati separati e sotto l'orda di Batu, al terribile Tempo dei Torbidi nello stato russo nel XVII secolo, al mostruoso spargimento di sangue e all'instaurazione per molti anni di un regime senza Dio nel ventesimo secolo.
Le lezioni della storia mostra anche che lo lotte intestine generano sempre minacce di assoggettamento della Patria a forze esterne. Come ai vecchi tempi, così oggi ci troviamo di fronte al rischio di perdere la vera sovranità del popolo. Una sovranità, che si esprime nella possibilità e nella capacità di organizzare la propria vita sulla base dei valori morali, spirituali e culturali che per grazia divina abbiamo ricevuto dai nostri antenati al battistero della Rus' di Kiev, coltivati e assimilati nel corso di una storia plurisecolare.
Faccio appello a tutti coloro che prendono decisioni: interrompete immediatamente lo spargimento di sangue, iniziate reali negoziati per la pace e la giustizia. Non c'è nulla da vincere in una guerra civile, non ci possono essere guadagni politici che valgano più delle vite delle persone.
Per quanto riguarda la Chiesa, le sue braccia e il suo scudo sono la preghiera e la Parola di Dio, che è "viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio" (Ebrei 4:12).
Invito tutti i figli della Chiesa ortodossa russa a una maggiore preghiera, a mantenre rigorosamente il digiuno dei Santi Apostoli, appena iniziato. In modo speciale mi appello alle comunità monastiche: pregate ora il Signore, come sapevano pregare i nostri pii antenati nei tempi terribili degli sconvolgimenti; come in tempi di guerra fratricida pregarono il Padre celeste per la sua cessazione gli iniziatori del monachesimo russo, Antonio e Teodosio delle grotte di Kiev, come pregò per la cessazione dell'odiosa discordia di questo mondo l'intercessore delle terre russe, il venerabile Sergio di Radonezh, come gridarono al Signore nei giorni di caos sanguinoso e di guerra civile il santissimo Tichon, patriarca di tutte le Russie, e il santo ieromartire Vladimir, metropolita di Kiev.
In tutti i luoghi di culto della nostra Chiesa sia ora letta in permanenza la speciale preghiera, di cui oggi ho approvato il testo, per la pace e per il superamento della guerra fratricida.
"Che il Dio della pace vi santifichi interamente, e il vostro spirito, anima e corpo si conservino intramente irreprensibili" (1 Tess 5:23).
Dall'ufficio stampa del patriarca di Mosca e di tutta la Rus'

 

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