lunedì 30 settembre 2013

Ivan Ivanovic
 
“Poi capii che se volevo conoscere veramente l'ortodossia non bastava leggere e studiare, ma dovevo viverla.”

DIVENTARE ORTODOSSI: UNA TESTIMONIANZA ITALIANA

del S.M. Ortodosso-russo della Santa Trinita' e di Sant’Antonio di Sija

Ho ricevuto, fin da piccolo, un'educazione e una formazione cattolica. Circa dieci anni fa ho cominciato a sentire il problema dell'unità dei cristiani. La divisione dei cristiani mi provocava molto dispiacere e volevo capire come si fosse arrivati a questa divisione.
Avevo sempre sentito parlare di "scisma d'oriente", ma, mi chiedevo: qual era la verità? Cominciai così a leggere.
Al tempo stesso avvertivo una certa attrazione per l'ortodossia. Quando andavo nelle chiese ortodosse in Italia, in Francia o in Russia, sentivo qualcosa di inspiegabile. Mi affascinava la Liturgia, ero stupito dalle icone e dai canti.
Volli approfondire e cominciai a leggere anche libri di teologia ortodossa che trovavo in biblioteca. Molto importante per me è stato il primo libro che ho letto, La teologia mistica della chiesa d'oriente, di V. Lossky. Leggevo Olivier Clement, il padre Deseille, Seraphim Rose, san Justin Popovich, Schmemann, tutti libri non ancora tradotti in italiano e che compravo alla libreria ortodossa di Parigi. Fu così che iniziai a leggere anche i Padri della Chiesa citati in quei testi. Via via che leggevo scoprivo un mondo nuovo, sentivo che avevo trovato un tesoro. Andai anche a parlare con preti ortodossi che senza forzature mi insegnavano la teologia dei Padri e rispondevano alle mie domande. Poi capii che se volevo conoscere veramente l'ortodossia non bastava leggere e studiare, ma dovevo viverla.
Decisi di seguire tutto l'anno Liturgico ortodosso e questa fu per me un'altra grande esperienza perché la Liturgia, le sue feste, mi insegnavano tantissimo. Una seconda scoperta, un nuovo mondo! I gesti, le parole, i segni: un dono bellissimo del Signore per me! Era come tornare a casa!
Certo è che per me, cattolico romano, non fu molto facile stare lì in piedi per due ore senza capire niente. Ma andai avanti.
Al tempo stesso però non sapevo cosa fare. Se divento ortodosso, pensavo, tutto sarà più difficile. Ne parlai con il mio parroco cattolico e lui mi disse che era bene seguire questa via e, lo ricordo bene, mi regalò perfino l'Anthologion! Capii che lui amava molto l'ortodossia.
Andai allora a parlarne con batiushka. Continuavo ad andare alla chiesa russa, ma non mi bastava più: volevo ricevere anch'io l'Eucarestia, essere in comunione con il Signore e con i fratelli. Così presi la decisione di "cambiare casa" e chiesi di essere accolto nella chiesa ortodossa. (…)
Fu una giornata davvero importante per me. Batiushka mi disse che non è facile essere ortodossi per molti motivi, il nemico ci attacca, per cui è necessario essere vigili e attenti, sempre pronti. Chiese alle persone presenti di aiutarmi nel mio cammino. Soprattutto mai pensare che l'appartenenza formale alla chiesa ortodossa sia in qualche modo una garanzia: posso conoscere tutti i dogmi, fare tutte le preghiere, ma se non ho la misericordia non sono niente.
Che dire adesso? Tante mie paure erano eccessive: certo che non è facile - niente è facile! - ma poi il Signore ci aiuta e lo ringrazio sempre per tutti i doni che mi ha fatto e che mi fa.
La mia sensazione è quella di essere tornato a casa, ed è vero quello che voi dite, diventa ortodosso chi, in cuor suo, lo era prima diventato dentro (…)

* S.M. Ortodosso-russo della Santa Trinita' e di Sant’Antonio di Sija - Diocesi di Arcangelo e di Holmogory (Russia) [nella foto - La “Chiesa domestica”: L’angolo della preghiera]
 
Foto: “Poi capii che se volevo conoscere veramente l'ortodossia non bastava  leggere e studiare, ma dovevo viverla.” 

DIVENTARE ORTODOSSI: UNA TESTIMONIANZA ITALIANA
 
del S.M. Ortodosso-russo della Santa Trinita' e di Sant’Antonio di Sija

     Ho ricevuto, fin da piccolo, un'educazione e una formazione cattolica. Circa dieci anni fa ho cominciato a sentire il problema dell'unità dei cristiani. La divisione dei cristiani mi provocava molto dispiacere e  volevo capire come si fosse arrivati a questa divisione.
     Avevo sempre sentito parlare di "scisma d'oriente", ma, mi chiedevo: qual era la verità? Cominciai così a leggere.
     Al tempo stesso avvertivo una certa attrazione per l'ortodossia. Quando andavo nelle chiese ortodosse in Italia, in Francia o in Russia, sentivo qualcosa di inspiegabile. Mi affascinava  la Liturgia, ero stupito dalle icone e dai canti.
     Volli approfondire e cominciai a  leggere anche libri di teologia ortodossa che trovavo in biblioteca. Molto importante per me è stato il primo libro che ho letto, La teologia mistica della chiesa d'oriente, di V. Lossky. Leggevo Olivier Clement, il padre Deseille, Seraphim Rose, san Justin Popovich, Schmemann, tutti libri non ancora tradotti in italiano e che compravo alla libreria ortodossa di Parigi. Fu così che iniziai a leggere anche i Padri della Chiesa citati in quei testi. Via via che leggevo scoprivo un mondo nuovo, sentivo che avevo trovato un tesoro. Andai anche a parlare con preti ortodossi che senza forzature mi insegnavano la teologia dei Padri e  rispondevano alle mie domande.    Poi capii che se volevo conoscere veramente l'ortodossia non bastava  leggere e studiare, ma dovevo viverla. 
     Decisi di seguire tutto l'anno Liturgico ortodosso e questa  fu per me un'altra grande esperienza perché la Liturgia, le sue feste, mi insegnavano tantissimo.  Una seconda scoperta, un nuovo mondo! I gesti, le parole, i segni: un dono bellissimo del Signore per me! Era come tornare a casa!
     Certo è che per me, cattolico romano, non fu molto facile stare lì in piedi per due ore senza capire niente. Ma andai avanti.
     Al tempo stesso però non sapevo cosa fare. Se divento ortodosso, pensavo,  tutto sarà più difficile. Ne parlai con il mio parroco cattolico e lui mi disse che era bene seguire questa via e, lo ricordo bene,  mi regalò perfino l'Anthologion! Capii che lui amava molto l'ortodossia.
     Andai allora a parlarne con batiushka. Continuavo ad andare alla chiesa russa, ma non mi bastava più: volevo ricevere anch'io  l'Eucarestia, essere in comunione con il Signore e con i fratelli. Così presi la decisione di "cambiare casa" e chiesi di essere accolto nella chiesa ortodossa.  (…) 
     Fu una giornata davvero importante per me. Batiushka mi  disse che non è facile essere ortodossi per molti motivi, il nemico ci attacca, per cui è necessario  essere vigili e attenti, sempre pronti. Chiese alle persone presenti di aiutarmi nel mio cammino. Soprattutto mai pensare che l'appartenenza formale  alla chiesa ortodossa sia in qualche modo una garanzia: posso conoscere tutti i dogmi, fare tutte le preghiere, ma se non ho la misericordia non sono niente.
     Che dire adesso? Tante mie paure erano eccessive: certo che non è facile - niente è facile! - ma poi il Signore ci aiuta e lo ringrazio sempre per tutti i doni che mi ha fatto e che mi fa.
     La mia sensazione è quella di essere tornato a casa, ed è vero quello che voi dite, diventa ortodosso chi, in cuor suo, lo era prima diventato dentro (…) 

*  S.M. Ortodosso-russo della Santa Trinita' e di Sant’Antonio di Sija - Diocesi di Arcangelo e di Holmogory (Russia) [nella foto - La “Chiesa domestica”: L’angolo della preghiera]

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