martedì 13 agosto 2013

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Una lezione dalla Chiesa russa sull'economia mondiale

 















Mosca, 9 agosto 2013, Interfax-religion

Il capo del Dipartimento sinodale per le relazioni tra la Chiesa e la società, l'arciprete Vsevolod Chaplin, non è d'accordo con quelli che credono che le nazioni ortodosse siano le più depresse in senso economico.
"Oggi molte persone con scherno e disprezzo parlano delle nazioni ortodosse come prive di successo economico. Costruiscono diagrammi che illustrano la dipendenza della prosperità economica dalla religione. Ritengono che gli atei siano quelli di maggior successo, i protestanti un po' meno, i cattolici ancor meno e che gli ortodossi siano i più poveri e i più infelici", ha detto padre Vsevolod, rispondendo alle domande sul sito web del Dipartimento di sinodale per l'informazione.
Invece di replicare allo schema, il sacerdote ha ricordato che "molti economisti moderni che non sono appassionati di fondamentalismo di mercato dicono che la crescita dell'economia e della domanda non può essere infinita, e le nazioni che possono abbandonare l'idea di una crescita costante e incontrollata avranno maggior successo quando questa crescita si fermerà".
Secondo padre Vsevolod "prima o poi la crescita si fermerà, dato che le risorse del pianeta sono limitate e la domanda, anche se è insensata, non può crescere per sempre".
Credendo che sia "necessario passare da un'economia di crescita a un'economia di autosufficienza," il sacerdote ha osservato che "l'autosufficienza e l'auto-limitazione nell'acquisizione dei beni terreni sono sempre state caratteristiche della civiltà ortodossa".
"Le sue tradizioni insegnano a non moltiplicare all'infinito le ricchezze materiali, ma a essere felici del poco, o almeno di una quantità ragionevole di beni della terra. Penso che il futuro appartenga a tale atteggiamento. Oggi dovremmo interpretarlo in categorie di scienza economica e nella costruzione di un sistema economico", ha detto padre Vsevolod.
Egli è sicuro che tale modello avrà molto più successo rispetto a un'idea di crescita eterna e domanda illimitata, che non può finire se non nel disastro.
Allo stesso tempo, valutando l'attuale livello di prosperità dei pensionati russi, il sacerdote ha invitato il governo e la società a riflettere seriamente sul perché le persone che si sono dedicate a servire il paese vivano la pensione a un livello di sussistenza, e talvolta anche al di sotto di questo livello.
"Il pensionamento dovrebbe essere dignitoso. E ci chiama a prenderci cura di questa società, specie se in questa società le persone si definiscono per la maggior parte cristiane", dice il rappresentante della Chiesa.
 

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