venerdì 25 gennaio 2013

LA VERA CHIESA SIAMO NOI”. IN GRECIA, APPELLO DI ORTODOSSI CONTRO L’ECUMENISMO di Agenzia ADISTA

ATENE-ADISTA. “L’ecumenismo è un’eresia”: questo lo slogan di un appello, che ha già raccolto quasi seimila firme, nato in Grecia ma poi fatto proprio anche da prelati ortodossi di altri Paesi, che invita vescovi e fedeli ad opporsi al dialogo ecumenico ed a mantenere pura e intatta l’Ortodossia, contrastando le pretese di Roma.
L’appello–intitolato Confessione di fede ortodossa – è stato lanciato nell’aprile scorso e, da allora, è partita la raccolta di firme che a metà settembre ha raggiunto circa 5.800 adesioni. Il testo è stato firmato da sei metropoliti greci; ad essi si sono aggiunti un vescovo bulgaro e un vescovo ortodosso degli Stati Uniti d’America. L’hanno inoltre sottoscritto un migliaio di monaci e di sacerdoti, e quasi cinquemila laici.
In Grecia (la terza nazione dell’Ortodossia per importanza numerica, dopo quella russa e quella rumena), ci sono gruppi ortodossi, guidati da vescovi e da monaci, che sostengono che l’ecumenismo – e cioè la ricerca della piena unità tra tutte le Chiese oggi divise – non sia altro che un inganno, una subdola e pericolosa eresia, perché porterebbe a negare che la Chiesa, la vera Chiesa, quella apostolica, già esista nell’Ortodossia, cioè in ciascuna Chiesa ortodossa legata dalla stessa fede e dalla stessa sostanziale Tradizione con le comunità sorelle. Per tale ragione, questi gruppi si oppongono ai dialoghi teologici con Chiese non ortodosse, in particolare con la Chiesa cattolica romana, la quale invece, a livello ufficiale, come più volte hanno sottolineato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, afferma di essere la sola Chiesa ad essere, come proclamato nel Credo, “una, santa, cattolica ed apostolica”.
A rendere la questione problematica in Grecia è il fatto che la piccola minoranza cattolica ellenica da tempo insiste perché siano cambiate alcune normative della legislazione civile e della prassi consolidata che, di fatto, premiano chi è di fede ortodossa e, al contrario, limitano i diritti di chi non lo è e soffocano lo status giuridico delle altre Chiese e religioni. La stragrande maggioranza della popolazione del Paese è ortodossa, e per tale ragione alcuni pensano ‘greco=ortodosso’ e perciò chi prende le distanze dall’Ortodossia le prenda anche dalla patria ellenica. Le richieste dei vescovi cattolici greci affinché sia garantita anche alla Chiesa cattolica piena personalità giuridica, con tutto ciò che ne consegue, sono allora viste – da molti gruppi ortodossi – come manovre per minare l’Ortodossia. Inoltre, a livello popolare, è ancora diffuso in Grecia il risentimento contro i crociati occidentali che nell’aprile del 1204 saccheggiarono Costantinopoli e profanarono le chiese bizantine. In proposito, quasi come “condizione” per poter visitare la Grecia, papa Wojtyla, in un suo discorso ad Atene, dovette esprimere rammarico per le vicende di otto secoli prima (e delle quali, oltre al resto, il papato non era colpevole).
Ufficialmente, il Sinodo della gerarchia ellenica (come quello della Chiesa russa), accetta l’ecumenismo, ma interpretato in modo rigido, sempre ribadendo che è l’Ortodossia la vera Chiesa. E solo dopo molti contrasti il Sinodo accettò (anche per le pressioni del governo greco) che Giovanni Paolo II, nel 2001, visitasse la Grecia; salvo poi, nel 2004,opporsi al viaggio dell’arcivescovo di Atene, Christodoulos, a Roma. Il prelato poté compiere questa visita – la prima di un primate greco in Vaticano – solo due anni dopo, nel dicembre2006. Il successore di Christodoulos Ieronimos II (eletto nel febbraio 2008), cerca ora di muoversi tra le diverse correnti che agitano la Chiesa ortodossa.
Intanto, nonostante il patriarca ecumenico di CostantinopoliBartolomeo I, convinto ecumenista, abbia preso le distanze dall’appello, la raccolta di firme prosegue a pieno ritmo. (luigi sandri)

Nessun commento: