mercoledì 18 luglio 2012

Un pensiero 'moderno' senza velinature preso da Facebook e scritto dal carissimo Prof. Franco Marchianò ka Spixana (Spezzano Albanese) su nuove ricerche sulla condizione effettiva dei nostri avi venuti in italia..............

NUOVI ORIENTAMENTI STORIOGRAFICI ALBANESI
 
 In un breve saggio, presentato nel 2001, il giovane ricercatore Sokol Dedja affronta l'annoso dibattito delle migrazioni albanesi verso l'Europa, l'Italia in particolare, nel tardo medioevo (XIV-XV sec.). L'autore esclude una diaspora dovuta a motivi religiosi, mito che ha alimentato fino a qualche tempo fa la storiografia e la letteratura arbereshe, ma punta il dito verso motivi economici, dovuti alla natura ostile dell'Albania dell'epoca e dal rigido feudalesimo dei signori locali che non avevano una visione moderna della gestione della propria economia. Intere masse di contadini si spostano a livello di nomadismo, attorno al 1315, verso la Grecia e verso le coste albanesi, spinte dal miraggio dell'Italia felix (Ducellier, 1986, Doumerc, 2009). Il primo che indirizzò le ricerche verso le motivazioni fu Braudel (1982), forse preceduto dall'Anselmi (data?). Terribile è il dato che viene fornito dal Bresc (1972), il quale parla addirittura di albanesi venduti forse come schiavi in Sicilia alla fine del '300!! Tali affermazioni si desumono dalla consultazione di rogiti notarili. Ma il Doumerc addirittura accusa il principe Karl Thopia di vendere i suoi sudditi come schiavi a mercanti che operano nell'area mediterranea!!! Secondo Doumerc molti albanesi, che non potevano pagare il viaggio, firmavano contratti inumani pur di scappare dalla loro terra e dai loro feroci feudatari.

Concludendo: anche la storiografia arbereshe va riscritta, altroche Moj e bukura More e paesi di montagna che ricordavano l'Albania, la visione romantica degli Arberesh deve andare nella spazzatura. La realtà che ci mostrano le ricerche è ben altra!!! Nomadi erranti in terra straniera per incapacità dei propri signori, rivolte in Albania contro i Turchi accolti prima con sollievo e poi rivelatisi feroci come i signori di prima, contadini messi ai confini veneti per difendere la propria quota di terra e quindi la Serenissima, soldati mercenari costretti ad efferatezze pur di arrotondare lo stipendio, questa è la realtà che emerge da documenti inediti. Alcuni Arbereshe che per secoli si sono ammantati di nobiltà possono mettersi l'anima in pace, la realtà, la dura realtà era quella descritta dal Marafioti (1595): poveri nomadi piangenti  una terra abbandonata, poveracci che abitavano in luridi tuguri assieme alle bestie. Marafioti diceva: "... non si trova homo nobile ma fan tutti vita uguale ...!!! 
Rrini mire!!!
(E' tempo che i nostri validi ricercatori facciano passi indietro e riprendano ad essere dei veri 'topi di biblioteca, alla ricerca delle nostre radici e non quelle fantastiche che si narravano nelle notti d'inverno accanto al fuoco che scoppiettava. Sicuramente la stragrande maggioranza delle notizie che riguardano la nostra diaspora non sono state scritte, anche perchè, secondo me, il mito dell'accoglienza benevola da parte di Papi, Vescovi, Feudatari e stata scritta da persone che in queste "Stanze" ci hanno mangiato ed anche bene a discapito della Verità che al popolo italo-albanese, impegnato a sopravvivere, non avrebbe, interessato, vista anche l'analfabetismo e l'ignoranza cultural-scolastica imperante. Certamente nascosti da qualche parte ci sono, e ne sono sicuro, tutte le notizie che ci riguardano. I preti ed i Vescovi latini segnavano tutto e tutto mandavano a Roma al Vaticano per chiedere come comportarsi nei confronti di questa gente che non voleva sentir ragioni di accettare la confessione papista ed eretica, anzi si comportava come se fosse nella sua terra di origine rispettando tutto ciò che era prescritto dai canoni della confessione "Ortodossa" (Basta andare a leggere la storia della Diocesi di cassano Jonio di P. Francesco Russo). Non per nulla i preti italo-albenesi si guardavano bene durante la Divina Liturgia di nominare il papa di Roma, ma nominavano il Patriarca di Costantinopoli. I documenti ci sono, saranno ben nascosti, ma è tempo dopo oltre 5 secoli, che chiunque sappia, abbia il coraggio di parlare e di mostrare i documenti reali e non quelli a cui nessuno più crede. Siamo stufi di essere presi per i fondelli: "Avrei voluto vedere i Principi Sanseverino avessero dare a questi poveracci, per coltivarli, le fertili terre della pianura di Sibari!!!!! Mica scemi, hanno dato, allontanandoli e facendo finta di accoglierli amorevolmente, le terre inospitali da dissodare delle montagne. 'Andate a zappare e state calmi, sudate e fatevi un...mazzo tanto......', così probabilmente avranno ragionati questi signori. E noi.????...Giù pianti e canti che ricordavano la BELLA TERRA DI ORIGINE...... Sicuramente pianti perchè si dovevano alzare all'alba e ritornare anche dopo il tramonto del sole, quindi si partiva con il buio e si ritornava con il buio; e la sera probabilmente non avevano neanche di che sfamare i loro piccoli. Canti...anche, almeno dimostravano nella loro miseria di sapersi adattare facendo finta di essere “felici”.Andiamo a vedere cosa chiedevano ai nostri Avi i Signorotti, che fossero Abati o Feudatari. nelle Capitolazioni stipualte con le famiglie albanesi!!!!! Chi avrà la fortuna di leggerle si accorgerà che queste erano realmente dei cappi attorno al collo dei nostri avi. Con ciò il nostro popolo CAPITOLAVA e si sottometteva realmente alla mercè degli Abati e Signorotti. Basta leggere queste pagine per dire a chiare note: " Padri nostri se in voi non ci fosse stata veramente la Fede Ortodossa, sareste scomparsi definitivamente dalla faccia della terra e nessuno a distanza di secoli si sarebbe accorto di Voi e della Vostra presenza".
Ci sarà qualcuno che un domani ci mostrerà la realtà nuda e cruda della nostra effettiva condizione culturale-economica e perché no anche RELIGIOSA ????? Per ora considerato che i nostri cultori sembrano essere troppo intenti a magnificare il “condizionamento” forzato della Chiesa Cattolica nei nostri confronti, dovranno passare molti anni, prima che finalmente qualcuno dica: “Ora basta, mi sono rotto…. È tempo che si sappia la VERITA’, basta con le menzogne, basta con i lecca lecca, basta con le bugie e con le falsità, che il popolo Arbresh sappia…..” Io attendo fiducioso che qualcosa si muova e prego il Signore che ciò avvenga presto……..molto presto.  Così sia – Amìn – P. Giovanni Capparelli)

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