venerdì 7 gennaio 2011

Dal sito: natidallospirito

Tra la strage degli innocenti di Betlemme e quella di Alessandria

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Omelia del Rev. ieromonaco Danyal El Bakhoumy, parroco della chiesa copta dell’Arcangelo Raffaele di Reggio Emilia, in occasione del Natale copto, 7.1.2011.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Unico Dio, Amen.
Amati fratelli e sorelle nel Signore,
in questa grande e santa ricorrenza, non vi porgo i miei auguri ma le mie condoglianze. Voglio però che ricordiate una cosa: in questo grande e santo giorno è nato l´Emmanuele che vuol dire "Dio è con noi" e se Dio è con noi, chi può essere contro di noi? Noi non siamo soli su questa terra, Dio non ci abbandona mai e la nostra vita non scorre in mezzo a eventi casuali. Ma tutte le nostre cose avvengono secondo un imperscrutabile piano divino che Dio ha preparato per il nostro bene. Restiamo sereni anche se la via si fa stretta e dolorosa, rimanendo fedeli alle sue parole: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20). Per cui abbiate coraggio, cari fratelli e sorelle, perché Cristo dice "io dò loro la vita eterna e non andranno mai perduti e nessuno li rapirà dalla mia mano" (Gv 10:28).
I nostri fratelli, i nostri cari che il terrorismo ha cercato di rapire alla vita sono, ora disegnati sul palmo del nostro Dio (Is 49,16) e sono nella casa del nostro Padre celeste. Questo era il loro grande desiderio e quello di tutti noi: portare la croce dell´amore e del sacrificio. I dolori non sono una cosa estranea per noi. La Nascita del Signore, che oggi festeggiamo, è stata, infatti, accompagnata da una strage ignobile di bambini innocenti perpetrata dal malvagio Erode.
Anche Erode sfruttò la religione. Disse ai Magi, infatti: "Ditemi dov´è, perché io possa venire per prostrarmi davanti a lui". Ma in realtà, nel petto nascondeva la morte. Questo governante che era responsabile della protezione del suo popolo e in particolare dei deboli e degli innocenti come lo sono i bambini, vestì gli abiti dell´assassino. Quando Erode venne a sapere che i Magi erano ritornati in Oriente sentì di essere stato ingannato. E tra noi, non ci sono forse tante persone che pensano di interpretare le opinioni e le azioni degli altri senza tentare realmente di ascoltare e di capire? Così il re malvagio, per una sua propria errata lettura delle profezie, arrivò a pensare che un bambino potesse strappare il regno a un sovrano anziano come lui. Il malvagio Erode non uccise solo i bambini ma anche molti suoi propri parenti perché temeva per la sua poltrona. Ciò che fece Erode, ciò che fa ogni Erode, ogni assassino, in ogni tempo, ha alla radice malintesi, giudizi affrettati, ha alla base l´odio, l´invidia e l´esaltazione dell´ego.
La festa diventa dunque un´occasione, un invito al dialogo, alla comprensione reciproca e all´estirpazione dell´odio e dell´invidia, alla morte del proprio ego. Erode uccise i corpi dei bambini ma i loro spiriti furono accolti nel riposo eterno, alla presenza della luce di Dio. Erode finì all´inferno mentre i bambini di Betlemme saranno commemorati in eterno per la loro purezza e per il loro sacrificio. Erode cercò di cacciarli dalla loro terra, dalle loro case ma così facendo non sapeva che li avvicinava alla casa eterna, la casa del Padre. Erode non realizzò il suo obiettivo. Non riuscì, infatti, a toccare Gesù bambino. Così il faraone che uccise i bambini innocenti degli ebrei non riuscì a uccidere Mosé, che divenne il salvatore del suo popolo.
Le famiglie dei bambini di Betlemme gemettero e piansero e non vollero essere consolate perché i bambini non c´erano più. I bambini, invece, rimasero, furono consolati e le loro labbra intonarono un canto di lode che solo loro conoscevano e il Signore asciugò loro ogni lacrima dai loro occhi.
Fiumi di inchiostro sono stati versati nel cercare di capire una cosa che fa parte nell´ambito dell´imperscrutabile: perché soffre il giusto? La risposta che possiamo dare è soltanto questa: Dio ha preso il nostro corpo per sopportare insieme a noi le nostre pene e per liberarci da esse.
I bambini innocenti di Betlemme sono il simbolo della Chiesa del Nuovo Testamento che è chiamata sempre a essere semplice come i bambini e sofferente fino anche alla morte. Erode, invece, è divenuto rappresentante del Nemico, il demonio, che detesta la gioia e la lode di Dio e non sopporta la nascita del Re della pace.
I rapimenti, le uccisione di massa e le espulsioni forzate che subiscono in questi anni i cristiani d´Oriente, in particolare in Iraq e in Egitto, per mano di gruppi fondamentalisti, sono la replica di ciò che patirono i bambini di Betlemme. I cristiani dell´Iraq e dell´Egitto, infatti, non vanno in giro con le armi e non amano la violenza, secondo il dettato evangelico. Vogliono soltanto pace e sicurezza per il loro paese e per la loro gente.
Permettetemi, carissimi fratelli e sorelle, di ricordare ai vostri cuori che questa situazione dolorosa ci invita tutti, nessuno escluso, a pentirci, a esaminare attentamente la nostra vita e ad avvicinarci di più a Dio. I martiri di Alessandria ci invitano a perdonare, ad amare, a essere un solo corpo. Per la passione e le piaghe dei bambini di Betlemme e dei martiri di Alessandria, per le lacrime e i gemiti delle madri e dei padri, Signore, allontana da noi le pene, guarisci le malattie dei nostri corpi e delle nostre anime, placa la nostra tristezza e dona pace all´Egitto, all´Italia e al mondo intero.
Permettetemi, infine, di concludere con alcuni tra i più bei versetti del Vangelo scritti dalla mano dell´Apostolo Paolo:
"Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Com’è scritto:
«Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno;
siamo stati considerati come pecore da macello».

Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore".
Questa sia sempre la nostra certezza.
E al nostro Dio sia gloria sempiterna. Amen.

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