mercoledì 10 novembre 2010

Breve vita di sant'Arsenio di Cappadocia

pubblicata da Adriano Frinchi il giorno mercoledì 10 novembre 2010 alle ore 10.51
 
Sant’Arsenio nacque nel 1840 a Kephalochori, uno dei sei villaggi cristiani della regione di Farasa di Cappadocia. I suoi genitori che erano molto virtuosi avevano due figli: Vlasios e Theodoro (che poi sarebbe divenuto Arsenio).  I due bambini rimasero orfani e furono accuditi e cresciuti dalla zia, la sorella della madre. I due giovani crebbero bene e Vlasios glorificò Dio diventando maestro di musica bizantina mentre Theodoro divenne monaco. Il giovane Theodoro si trasferì dapprima a Nigde e poi a Smirne per continuare i suoi studi e a vent’anni  entrò  in monastero e venne tonsurato monaco col nome di Arsenio. Purtroppo non poté consacrarsi totalmente alla pratica esicasta perché in quel tempo ci fu grande necessità di insegnanti e così il Metropolita Paisio II lo ordinò diacono e lo inviò a Farasa ad insegnare lettere ai bambini. Ciò avvenne in gran segreto e con mille precauzioni perché la zona era sotto il giogo dei turchi. A trent’anni fu ordinato presbitero a Cesarea con il titolo di Archimandrita ed ebbe la benedizione per essere anche padre spirituale. Ben presto i suoi carismi cominciarono a crescere e manifestarsi e la bontà della Grazia Divina poté attraverso Arsenio guarì le anime e i corpi di molte persone sofferenti, e non fece mai nessuna discriminazione fra Cristiani o Turchi, per lui il dolore non aveva nazionalità e tutti gli uomini erano icone di Dio.  Innumerevoli furono i miracoli che la Grazia di Dio compì attraverso Arsenio:  salvò molte gravidanze pregando sulle donne incinte e dando loro una preghiera scritta da lui; molto spesso leggeva il Vangelo sui malati in gravi condizioni e alla fine della lettura essi guarivano. Si narra che molti cristiani e  molti turchi erano stati guariti per il solo fatto di aver bevuto con fede dell’acqua mista a della terra presa dalla soglia della sua cella monastica. Arsenio per tutti questi benefici non accettò mai un soldo perché amava ripetere: “la nostra fede non è in vendita”. Sant’Arsenio non era del mondo ma visse nel mondo, in ciò l’aiutò molto la sua cella piccola e disadorna che pur essendo nel mondo costituì per lui prezioso rifugio il mercoledì e il venerdì quando il santo vi si chiudeva dentro in preghiera senza voler vedere nessuno. Sant’Arsenio ebbe anche grande rispetto per la creazione e per la natura, specialmente per gli animali. Arsenio preferiva camminare a piedi nudi piuttosto che cavalcare e stancare gli animali e giustificava questo suo comportamento citando il Cristo che non cavalcò mai nessun animale a parte una volta e dicendo: “io che sono peggiore di un asino, come posso sedere su di lui?”. Questo santo monaco rifuggì dagli encomi della gente per le sue note virtù, rifugiandosi in alcune eccentricità. Spesso, infatti, Arsenio appariva severo e irascibile specie con le donne che per gratitudine e venerazione gli portavano cibo e volevano cucinargli qualcosa. Al suo amico e fedele cantore  Prodromos disse a proposito di queste donne: “se avessi voluto essere servito da donne, mi sarei fatto prete sposato e mia moglie mi avrebbe servito. Il monaco che è servito da donne, non è monaco”. Tra i suoi carismi Arsenio ebbe anche quello della profezia. E da Dio seppe che lui e i suoi concittadini avrebbero lasciato per volontà dei turchi i loro villaggi per raggiungere  la Grecia. Ciò avvenne il 14 agosto 1924, ma prima della partenza il santo monaco si affrettò a battezzare tutti i bambini non ancora battezzati.  Ai genitori di uno di questi bambini chiese di cambiare il nome del bambino da Christos, che era il nome del nonno, con Arsenio, profetizzando per il bambino la consacrazione monastica. Quel bambino divenne poi il Gheron Paisios del Monte Athos e questo fatto ci è narrato dalla biografia di sant’Arsenio curata proprio da lui. Tre mesi prima di morire la Panaghia venne a lui e lo portò sul Monte Athos per vedere tutte quelle chiese che in vita non ebbe modo di visitare, e poi gli disse che dopo tre giorni si sarebbe trovato al cospetto di quel Dio che in terra aveva tanto amato. Arsenio si addormentò nel Signore il 10 novembre 1924 e venne canonizzato 11 febbraio 1986 dal Patriarcato Ecumenico.

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