sabato 22 maggio 2010

La riflessione di padre Seraphim

Domenica di Pentecoste
 Solennità della Santissima Trinità


Nel nome del Padre e del Figlio e del Santo Spirito. Amen.

I giorni che intercorrono fra la festa dell'Ascensione e la Santa Pentecoste sono giorni di attesa, iniziando le preghiere non cantiamo più il tropario pasquale ma neanche la preghiera “Re Celeste...” riviviamo nel nostro intimo un'attesa. L'attesa dello Spirito che “avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Cristo non era stato ancora glorificato.”
Cristo patì, fratelli e sorelle, si immolò come agnello senza macchia sull'altare della Croce, ricongiunse misticamente e fisicamente la terra al Cielo, l'umanità alla Divinità. Il suo sacrificio fu perfetto perché Egli è vero Dio e vero uomo. Egli discese agli inferi per liberare le anime dei giusti dell'antico patto che attendevano la sua venuta e con la sua resurrezione ci ha aperto le porte del Cielo. 40 giorni stette con noi per confermarci nella Fede e poi fu levato da terra e i nostri occhi non lo videro più, torneremo a vederlo al suo secondo e glorioso ritorno alla fine dei secoli. Dopo la sua ascensione i discepoli rimasero smarriti, e nelle nostre preghiere quotidiane anche noi siamo smarriti, manchiamo di qualcosa, riviviamo misticamente lo smarrimento dei discepoli attendendo lo Spirito. Ed ecco che il giorno di Pentecoste lo Spirito scende abbondante, ci riempie di forza Divina come riempì i discepoli riuniti nel cenacolo. Credo che ogni cristiano ortodosso attenda la Pentecoste quasi come si attende la Santa Pasqua, quando al grande vespro si canta di nuovo “Re, Celeste...” quale gioia riempie i nostri cuori! Come poi descrivere la gioia delle 7 preghiere in ginocchio? Come sono profonde, come sono intense! Fratelli e sorelle auguro ad ognuno di voi di celebrare e vivere una Santa Pentecoste e di poter gridare, pieni di Spirito Santo, dal profondo del cuore: “Questi è il Cristo!” come fecero gli uditori che ascoltavano le parole del Signore Gesù e in questa professione di Fede vivere e morire uniti a Lui.
Vi ricordo che la Pentecoste introduce ad un nuovo ciclo liturgico, sabato 22 è il sabato dei defunti, e da Domenica tutte le Domeniche saranno contraddistinte da un numero: I, II, II dopo Pentecoste.
La settimana dopo Pentecoste è sploshnaja, si può mangiare tutto tutti i giorni come nella grande e luminosa settimana pasquale. Da lunedì 31 inizia in digiuno del Santo Spirito detto anche sei Santi Apostoli Pietro e Paolo che durerà fino al 28 giugno per chi segue il calendario gregoriano e fino al 11 luglio per chi segue quello giuliano. È un digiuno più “soft” di quello quaresimale, oltre ai cibi di origine vegetale è permesso mangiare pesce il sabato, la Domenica e nei giorni in cui si festeggia un santo “importante”, cerchiamo di tenere il digiuno il meglio possibile.

Buona Domenica a tutti, il Signore vi benedica.

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