martedì 1 dicembre 2009

Dal sito cattolio: Zenit.org

Il Papa invita gli ortodossi a superare le “differenze storiche” con Roma

Nel cammino verso la piena comunione, occorre una testimonianza comune
di Inma Álvarez


ISTANBUL, lunedì, 30 novembre 2009 (ZENIT.org).-

Papa Benedetto XVI chiede al Patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli che cattolici e ortodossi possano collaborare e dare una maggiore testimonianza comune, anche se non è stata ancora raggiunta la piena comunione tra le due Chiese.
Lo auspica in un lungo messaggio inviato al Patriarca Ecumenico attraverso il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, il Cardinale Walter Kasper, che si trova questo lunedì a Istanbul alla guida di una delegazione della Santa Sede in occasione della festa dell'Apostolo Sant'Andrea, patrono delle Chiese orientali.
Nel suo messaggio, Benedetto XVI chiede di continuare a procedere nel cammino verso la piena comunione, con convinzione “nonostante alcune difficoltà”, e superando le ferite del passato.
“La nostra crescente amicizia, il nostro rispetto reciproco, la nostra volontà di incontrarci e di riconoscerci gli uni gli altri come fratelli in Cristo non dovrebbero essere ostacolati da quanti rimangono fissati al ricordo di differenze storiche: ciò impedisce loro di aprirsi allo Spirito Santo, che guida la Chiesa ed è capace di trasformare tutte le debolezze umane in opportunità di bene”, afferma.
In particolare, esorta a proseguire il dialogo aperto nella riunione della Commissione Mista Cattolico-Ortodossa a Cipro a ottobre, in cui si è riflettuto sul ruolo del Vescovo di Roma nel primo millennio cristiano, prima del grande scisma.
Questo tema, ammette il Papa, “è di certo complesso e richiederà uno studio ampio ed un dialogo paziente, se vogliamo aspirare ad un'integrazione condivisa delle tradizioni dell'Oriente e dell'Occidente”.
Per la Chiesa cattolica, spiega, il ministero petrino è “un dono del Signore alla sua Chiesa”, che “non deve essere interpretato in una prospettiva di potere, bensì nell'ambito di una ecclesiologia di comunione, come servizio all'unità nella verità e nella carità”.
“Si tratta di cercare insieme, lasciandoci ispirare dal modello del primo millennio, le forme nelle quali il ministero del Vescovo di Roma possa realizzare un servizio di amore riconosciuto da tutti”, ha aggiunto.

Testimonianza comune

Finché non verrà raggiunta la piena comunione, è importante mostrare alla società una maggiore testimonianza comune, “cooperando al servizio dell'umanità”, afferma il Papa.
Cattolici e ortodossi, sottolinea, devono collaborare “nella difesa della dignità della persona umana, nell'affermazione dei valori morali fondamentali, nella promozione della giustizia e della pace e nel dare risposta alla sofferenza che continua ad affliggere il nostro mondo, in particolare alla fame, alla povertà, all'analfabetismo e alla non equa distribuzione delle risorse”.
Un altro campo di lavoro comune è la questione ambientale: “ le nostre Chiese possono lavorare insieme per richiamare l'attenzione sulla responsabilità dell'umanità verso la tutela del creato”.
In questo senso, il Pontefice ha espresso il suo sostegno alle iniziative intraprese da Bartolomeo I, e soprattutto alla sua partecipazione al Simposio internazionale su “Religione, Scienza e Ambiente”, dedicato al fiume Mississippi, svoltosi nel settembre scorso.

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