lunedì 29 giugno 2009

Notizia importante per tutti i cristiani dal Vaticano

Il Papa: confermata l'autenticità del sarcofago di San Paolo

Trovati i resti di una persona vissuta tra il I e il II secolo


ROMA, domenica, 28 giugno 2009 (ZENIT.org).- La tomba di San Paolo potrebbe contenere realmente i resti dell'Apostolo delle Genti. E' quanto ha detto questa domenica Benedetto XVI nel rivelare i risultati di “un’attenta analisi scientifica” condotta sul sarcofago conservato nella Basilica di San Paolo fuori le Mura.

Nell'omelia pronunciata in occasione della celebrazione dei Primi Vespri della Solennità dei Santi Pietro e Paolo per la chiusura dell’Anno Paolino, il Papa si è detto profondamente emozionato nell'annunciare questa scoperta che “sembra confermare l’unanime e incontrastata tradizione che si tratti dei resti mortali dell’apostolo Paolo”.

“Nel sarcofago – ha affermato il Pontefice –, che non è stato mai aperto in tanti secoli, è stata praticata una piccolissima perforazione per introdurre una speciale sonda, mediante la quale sono state rilevate tracce di un prezioso tessuto di lino colorato di porpora, laminato con oro zecchino e di un tessuto di colore azzurro con filamenti di lino”.

“E’ stata anche rilevata la presenza di grani d’incenso rosso e di sostanze proteiche e calcaree”, ha continuato.

“Inoltre, piccolissimi frammenti ossei, sottoposti all’esame del carbonio 14 da parte di esperti ignari della loro provenienza, sono risultati appartenere a persona vissuta tra il I e il II secolo”, ha quindi continuato.

In base a un'epigrafe contenente una lettera del Papa San Gregorio Magno (590-604) la decapitazione dell'Apostolo sarebbe avvenuta ad Aquas Salvias – dove poi fu eretta la chiesa di Tre Fontane - mentre la sua sepoltura sarebbe avvenuta nel luogo in cui oggi sorge la Basilica a lui dedicata, e su cui furono costruite nel corso del IV sec. due Basiliche, quella voluta dall'imperatore Costantino e quella cosiddetta “dei tre Imperatori” (Teodosio, Valentiniano II e Arcadio).

Nonostante fosse stata oggetto sin dall'inizio della profonda devozione dei pellegrini, la tomba originaria di Paolo, nel corso dei secoli, era andata scomparendo alla vista, al punto da non essere più identificata.

Durante i lavori di ricostruzione della Basilica, distrutta dall'incendio del 1823, sotto l'altare della Confessione erano state riportate alla luce due lastre marmoree risalenti all'epoca di Papa Leone Magno (440-461) e recanti l'iscrizione "Paulo Apostolo Mart", ma che si potevano vedere con difficoltà.

Le prime ispezioni archeologiche eseguite nel 2002-2003 ne ll'area della Confessione hanno permesso di individuare importanti resti della Basilica Costantinina e Teodosiana, come pure l'esatta ubicazione del sarcofago di San Paolo.

Dal 2 maggio al 17 novembre del 2006 si sono svolti i lavori di scavo che hanno portato alla luce un sarcofago marmoreo lungo due metri e mezzo e alto circa un metro e venti, poggiato su un pavimento formato da uno strato di coccio pisto risalente al 390, cioè all'epoca dell'ampliamento della Basilica costantiniana da parte degli imperatori Teodosio, Valentiniano II e Arcadio.

Dal 2007 è consentito ai fedeli di scendere nella zona dell'ipogeo, circondata da una balaustra di marmo e posta sotto l'altare papale della Basilica di San Paolo fuori le Mura, per sostare in preghiera davanti al sarcofago dell'Apostolo protetto da un muro paleocristiano.

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