lunedì 18 maggio 2009

L’ALBANIA “PARS ORIENTIS” DELL’IMPERO ROMANO-ORTODOSSO
<< Nel VI secolo la penisola dei Balcani, nonostante le incursioni e le scorrerie dei barbari Germani e Unni, restava bizantina come prima… Dal punto di vista amministrativo la parte maggiore dell'area balcanica costituiva la prefettura dell'Illirico – praefectura praetorio per l’Illyricum -, che estendendosi a sud del Danubio e della Drina abbracciava il Montenegro, l'Albania e la Grecia con l'isola di Creta. Nel nord le provincie di Dalmazia, Pannanonia e Savia erano aggregate alla prefettura d'Italia e nell'est la Tracia faceva parte di quella d'Oriente… (questo spiega) il ruolo storico dei Balcani, dal secolo IV al VI secolo, in quanto crocevia e ponte fra Oriente e Occidente, fra la par Orientis e la par Occidentis, fra due culture e due lingue, fra due grandi unità amministrative e, ancora fra due diocesi ecclesiastiche. >> 4
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La divisione dell'Impero Romano ad opera dell'imperatore Teodosio avvenuta nel 390 d.C., in parte occidentale e parte orientale, ha fatto sì che gli arberesh finiranno per appartenere come giurisdizione ecclesiastica al Patriarcato Ecumenico e Ortodosso con sede a Costantinopoli o Nuova Roma, allora capitale dell'Impero Romano d'Oriente. L'Albania entrerà così a far parte della par Orientis. E tale linea divisoria ha diviso e divide tuttora il “cervello” degli abitanti dell'Europa.
<< Tale linea immaginaria… prenderà gradatamente a segnare la separazione di due mondi diversi. Ancora oggi, il segmento settentrionale di quel confine separa due diverse aree dell'Europa orientale: l'una, prevalentemente cattolica e posta sotto l'influenza della cultura latino-germanica… e l'altra, a larga maggioranza ortodossa. […] L'area occidentale, oltre a Ungheria, Cecoslovacchia (ora divisa in due Repubbliche, Ceca e Slovacchia) e Polonia, comprende anche i tre paesi baltici cristianizzati a colpi di spada dai cavalieri teutonici al comando di Roma. >>
5 Nei Balcani il nucleo albanese, formato da gruppi minoritari, a differenza di altri gruppi, << non creano grattacapi al governo imperiale contro il quale non è mai accaduto che si sollevassero. Lo scorrere del tempo mostrerà come alle prese con la penetrazione slava, questi nuclei allogeni abbiano la tendenza a collegarsi alla comunità greca, sovente già legata ad essa da vincoli religiosi. >> 6 Costantinopoli come “genitrice” cristiana degli arberesh è attestata dall'opera evangelizzatrice, intrapresa nel IX secolo, dai due fratelli greci-ortodossi, s. Cirillo e s. Metodio di Tessalonica (Grecia). Gli “apostoli degli slavi” su consiglio dell'allora Patriarca di Costantinopoli, san Fozio, intrapresero la loro missione << capace di insegnare la vera fede >> 7 non solo << in Bulgaria, ma anche nei territori slavi di Macedonia e d'Albania. >> 8
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Così nei decenni del secolo XI, quando nell'impero dominava la confusione, l'imperatore romano Alessio Comneno, non solo dovette combattere la minaccia turca, ma si è visto costretto a difendere l'impero anche dalla << minaccia latina senza precedenti nei Balcani >> 9 sempre più ossessiva. O come quando le orde barbare del re normanno, Roberto il Guiscardo (meglio conosciuto con l'appellativo appropriato de l'Infingardo) erano sbarcate in Albania nella primavera del 1081, espugnando Aulon (Valone) e Dyrrachion (Durazzo). Così farà anche il capobanda dei predoni crociati, Boemondo, che una volta insignoritosi di Antiochia << ritorna in Occidente e qui si dedica a un vero e proprio giro di propaganda antigreca che approderà nella sua seconda spedizione in Albania negli anni 1107-1108 >> 10 Ma l'Epiro – di cui la futura nazione, l'Albania era parte – dimostrerà ancora una volta la sua fedeltà all'Impero romano-ortodosso. E gli arbereshe-epiroti dimostreranno sempre (come è attestato nel XVII° sec.) un forte attaccamento << verso il Patriarca costantinopolitano quanto quelli moderni >> 11 Con la caduta di Costantinopoli in mano latina, nella crociata del 1204 << veri e propri stati ortodossi nascono in Bulgaria, Serbia, Albania, Russia. >> 12 << Stati eredi dell'impero romano, in quegli anni, prendono il posto nelle provincie bizantine… come la vecchia dinastia imperiale degli Angeli in Epiro. >> 13 E' quest'ultimo il “Despotato d'Epiro” (con capitale Arta) roccaforte degli ortodossi che per un secolo, prima che Costantinopoli “ridiventasse” ortodossa, tenne alto il vessillo di Bisanzio. Nel 1284 Costantinopoli rafforza la propria presenza in Albania dove nel 1284 è padrona a Durazzo e dal 1288 di Kruja. << Le più nobili famiglie greche, come i Cabasili di Durazzo sono alleate con le principali stirpi principesche albanesi e nel mondo rurale i Greci e Albanesi vivono fianco a fianco fin nelle zone litoranee.>> 14
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Nel 1270/1274 i greci e gli albanesi erano padroni di tutto il retroterra delle città di Durazzo e Valona. Tutto ciò << si può intravedere dall'agiografia, dall'arte tradizionale o dai canti epico-storici di tradizione orale… (le quali) dimostrano una forte unità di ispirazione di Greci, Slavi e Albanesi.>> 15 E anche quando si avvicineranno gli ultimi giorni di Costantinopoli per cadere definitivamente in mano turca (il 29 maggio 1453), questo non segnerà la fine dell'ortodossia: << che dell'originario significato altro non rimane che la fede comune all'interno di ciascun Stato ortodosso, la Chiesa si farà sempre più la garante esclusiva della fede (…) Paradossalmente il mondo ortodosso uscirà moralmente rafforzato da questa evoluzione che ha risolto il problema delle nazionalità con la secessione… sebbene Greci, Bulgari, Serbi e Albanesi si ritrovino di frequente in campi opposti, il loro “comune modo di pensare permane incrollabile dinanzi ai Latini”… Ora fede e destini nazionali sono indissociabili.>> 16 Era ormai forte il sentimento alla stessa comunità spirituale, l'oikoumene ortodossa: << La norma è l'accordo comune nello stesso credo e nell'originalità della sua espressione rituale (…) Più che mai l'ortodossia basta a se stessa, poiché la sua superiorità non è nella conoscenza, è nell'anima. >>

Articolo tratto dal sito del paese italo-albanese di Macchia A. (Makji)

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