mercoledì 11 febbraio 2009

Il nostro Patriarca KIRILL visto da altri


Il Patriarca Kirill auspica un maggiore dialogo con i cattolici
MOSCA, mercoledì, 4 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill, successore di Alessio II, spera in un maggiore dialogo tra la Chiesa ortodossa russa e quella cattolica romana.

Incontrando lunedì la delegazione cattolica ufficiale che ha partecipato alla cerimonia della sua intronizzazione, avvenuta il 1° febbraio, il Patriarca ha “espresso la speranza che i rapporti tra le due Chiese si sviluppino ulteriormente in un'atmosfera di fiducia e cooperazione reciproca, in primo luogo nel difendere e affermare i valori cristiani tradizionali in Europa e nel mondo”, ha reso noto il sito web del Patriarcato di Mosca, come riporta l'agenzia russa Interfax.


Secondo il Patriarca, il fatto che le posizioni di cattolici e ortodossi concordino su molti aspetti della vita della società attuale potrebbe rappresentare un'ottima base per questa interazione.

La delegazione cattolica era composta dal Cardinale Water Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, dal segretario del dicastero, monsignor Brian Farrell, L.C., da monsignor Antonio Mennini, rappresentante della Santa Sede presso la Federazione Russa, da monsignor Paolo Pezzi, Arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, e dal sacerdote gesuita Milan Žust.

Il Cardinale Kasper ha consegnato al nuovo Patriarca un messaggio di Benedetto XVI nel quale il Papa sottolinea il ruolo di Kirill – a lungo presidente del Dipartimento per le Relazioni Esterne del Patriarcato – nel “forgiare un nuovo rapporto tra le nostre Chiese, una relazione basata sull'amicizia, l'accettazione reciproca e il dialogo sincero” e confessa di nutrire “grandi speranze” nel fatto che le due Chiese continueranno “a cooperare per trovare modi per promuovere e rafforzare la comunione nel Corpo di Cristo”.

Il porporato ha offerto al Patriarca anche un dono del Papa, una calice come simbolo del desiderio di raggiungere la piena comunione.

Improbabile l'incontro nel 2009

Secondo il Patriarcato di Mosca, è improbabile che durante il 2009 avvenga l'incontro tra Benedetto XVI e Kirill auspicato da più parti.

“E' possibile raggiungere un accordo [tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica romana], ma ci vorrà del tempo”, ha affermato all'emittente radiofonica Finam l'Arciprete Vsevolod Chaplin, viceresponsabile del Dipartimento per le Relazioni Esterne.

L'Arciprete ha affermato di non aver mai “escluso questo incontro”, perché non ci sono “ostacoli di principio”, ma ha confessato che i fedeli ortodossi provano “dolore e preoccupazione” per l'attività missionaria della Chiesa cattolica.

“Il Patriarca, come il Papa, mette al primo posto non i sentimenti umani ma la preservazione del credo, dell'unità e della pace nella sua Chiesa”, ha aggiunto.

Per questo, precisa, il potere di Kirill, “nonostante la sua proiezione esterna, è ristretto da una serie di fattori, in primo luogo l'opinione dei fedeli, del clero e dei Vescovi”.

Tre incontri

Il Metropolita Kirill di Smolensk e Kaliningrad e Papa Benedetto XVI si sono incontrati tre volte, la prima delle quali il 25 aprile 2005, il giorno dopo la Messa di insediamento del Pontefice. In quell'occasione, Kirill ha sottolineato la necessità di cooperazione da parte delle due Chiese per difendere i valori cristiani nell'Europa attuale.

Il 18 maggio 2006 Kirill si è recato a Roma per benedire la nuova chiesa del Patriarcato di Mosca, situata poco lontano dalla Basilica di San Pietro. Dopo aver incontrato Benedetto XVI, ha affermato di aver avuto con lui “una conversazione molto importante sulle prospettive dello sviluppo delle nostre relazioni” e che è giunto “il momento per le nostre Chiese di lavorare insieme, in primo luogo per conservare il cristianesimo in Europa”.

L'ultimo incontro è del 7 dicembre 2007, quando Kirill ha visitato nuovamente il Vaticano.


Bartolomeo I spera che l'elezione di Kirill porti all'unità ortodossa
Propone la rapida convocazione del grande Sinodo

MOSCA, domenica, 8 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Il Patriarca ecumenico di Constantinopoli, Bartolomeo I, augura che l'elezione di Kirill a nuovo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie porti più unità e concordia, e in concreto un passo avanti verso la celebrazione del grande e santo Sinodo che riunisce tutte le Chiese ortodosse.
Lo ha affermato lo stesso Bartolomeo I nel suo messaggio al nuovo Patriarca russo in occasione della sua intronizzazione, avvenuta a Mosca il 1° febbraio, di cui si è fatto eco "L'Osservatore Romano".

Il messaggio è stato consegnato a Kirill dall'Arcivescovo Ireneo di Creta, capo della delegazione del Patriarcato ecumenico a Mosca.

"Le aspettative della Chiesa di Costantinopoli sono molte e focalizzate soprattutto sull'unità e sulla concordia, così come sul comune cammino verso l'organizzazione e la convocazione del Grande Sinodo, da molto tempo annunciato", afferma il messaggio.

La preparazione del Grande Sinodo "deve essere accelerata per preservare la credibilità della Chiesa ortodossa e la cooperazione nel condurre dialoghi teologici con le altre Chiese cristiane", aggiuge il Patriarca.

Un altro motivo che rende necessaria l'unione tra i cristiani ortodossi, spiega Bartolomeo I, è "la condivisa e pacifica soluzione di occasionali divergenze bilaterali che possono sorgere nel tempo".

I cristiani devono anche affrontare insieme "il gravissimo problema della crisi economica e morale globale nel mondo contemporaneo", così come le sfide della bioetica.

Per il Patriarca di Costantinopoli è stata motivo di grande gioia l'elezione di Kirill, che definisce "un uomo religioso, creativo e attivo, di provato valore ecclesiale, conosciuto per il suo pensiero canonico e teologico, così come per le sue parole equilibrate, i sentimenti di amore per Cristo, il suo contributo alla questione dell'unità dei cristiani".

In questo senso, segnala l'agenzia AsiaNews, non è stato irrilevante che la cerimonia di intronizzazione di Kirill sia stata caratterizzata da due segni simbolici: l'esclamazione in greco della parola Axios (Degno), secondo l'antico rituale bizantino, e la consegna del bacolo pastorale, donato nel XIV secolo dal Patriarca ecumenico Athanasios all'allora Vescovo di Mosca, Pietro.

Disaccordi

La Chiesa ortodossa russa, nata secondo la tradizione nel 988 con la conversione di Vladimiro il Grande, dipendeva inizialmente dal Patriarcato di Costantinopoli, fatto durato fino al 1589. Attualmente è una delle 14 Chiese ortodosse autocefale, e la più numerosa per numero di fedeli (più di 80 milioni sui 200 milioni di ortodossi presenti al mondo).

Il Patriarcato di Mosca non riconosce al Patriarca di Costantinopoli il ruolo di "primus inter pares" (primo tra uguali) che tradizionalmente gli attribuiscono altre Chiese ortodosse, il che ha suscitato dissapori e discordie storiche.

L'ultima di queste ha avuto luogo nel 1996 in occasione dell'indipendenza dell'Estonia, la cui Chiesa aveva chiesto di entrare sotto la giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli, abbandonando quello di Mosca, cosa che il Patriarcato moscovita non riconosce.

Proprio questa controversia ha condotto la Chiesa ortodossa russa a ritirarsi dalla Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse, per protesta per la partecipazione degli estoni alla riunione svoltasi a Ravenna dall'8 al 14 ottobre 2007.

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